di Andrea Pranovi (AG.RF. 18.05.2015) (ore 20,32) (riverflash) – Si chiama “Xylella fastidiosa” ed è un batterio che è tra le principali cause del “CoDiRO”, ossia il Complesso del disseccamento rapido dell’olivo. La Xylella fastisiosa è in grado di proliferare all’interno dei vasi che trasportano acqua e soluti dalle radici alle foglie delle piante, provocando un’occlusione di questi vasi, che può anche portare alla morte delle piante.
Tipicamente le piante infette dalla Xylella fastidiosa subiscono effetti come bruscatura delle foglie, disseccamenti della chioma e imbrunimenti di rami e fusto. Insediatosi per la prima volta in Europa nella provincia di Lecce, il batterio è un patogeno da quarantena la cui diffusione era principalmente confinata in America. Raramente era invece stato segnalato in Asia.
Sono quattro le sottospecie della Xylella fastidiosa: una è associata alla cosidetta “malattia di Pierce”, che riguarda soprattutto la vite; la subspecie “sandy”, che infetta principalmente l’oleandro; “multiplex”, che attacca diversi tipi di piante; la “pauca”, i cui ceppi già conosciuti infettano prevalentemente agrumi e caffè. Il ceppo presente in provincia di Lecce, dove la pianta più coinvolta è l’olivo, appartiene alla subspecie pauca, ma si distingue dagli altri ceppi già noti.
A marzo, in risposta all’emergenza, è stato messo a punto un Piano di interventi da parte del commissario straordinario Giuseppe Silletti, che aveva definito “un’azione indispensabile” l’eradicazione delle piante infette, precisando comunque che il Piano “non prevede alcuna distribuzione di erbicidi, sarà una lotta selettiva che andrà ad invadere l’ambiente nel modo e nella quantità meno aggressiva possibile”. Al piano si sono opposti diversi movimenti di ambientalisti e cittadini delle zone interessate dal provvedimento di Silletti. Il 13 aprile sono stati abbattuti i primi sette olivi ad Oria, nel brindisino. Pochi giorni fa, secondo quanto riportato dal sito Repubblica.it, i resti degli alberi erano ancora abbandonati nei campi contrariamente a quanto predisposto dal Piano, nel quale è indicato che “le piante sradicate devono essere immediatamente depezzate, partendo dal colletto. La chioma può essere utilizzata come biomassa, previo disseccamento in situ, bruciata, trinciata e distribuita all’interno del campo”.
La questione della Xylella fastidiosa è arrivata anche a Bruxelles, dove a fine aprile il Comitato dell’Unione Europea per la salute delle piante ha previsto nelle aree interessate dall’infezione “rigide misure di eradicazione”, tra cui “la rimozione e la distruzione delle piante infette, e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute”. Inoltre, il Comitato ha stabilito che “importazione e movimentazione nell’Ue di piante vive note per essere suscettibili alla Xylella nel mondo saranno soggette a strette condizioni”.
Intervenuto ai microfoni di Radio 24 nel corso della trasmissione “Si può fare” del 4 maggio, il presidente del Centro Servizi del Volontariato del Salento Luigi Russo ha dichiarato che “gli ulivi non sono affetti da Xylella, il problema è il cosiddetto disseccamento rapido che colpisce anche altre piante. Questo avviene in tutta Europa per diversi motivi: il cambiamento climatico, i funghi tracheomicotici, l’impoverimento del suolo provocato dai pesticidi”. “La Xylella – ha proseguito Russo – esiste da circa 130 anni e si è arrivati alla conclusione che non si può debellare. Ma allora bisogna distruggere tutto un patrimonio di piante per questo?”. Secondo il presidente del Centro Servizi del Volontariato del Salento, “la soluzione è la cura, non l’abbattimento” e “l’albero deve imparare a convivere col batterio, è inutile creare un allarme inutile”.
Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata in due ricorsi distinti da alcuni vivai del Salento e da ventisei aziende del settore biologico, congelando di fatto il Piano Silletti, e ha rimandato il merito della trattazione al prossimo 16 dicembre. Contro questa decisione hanno presentato ricorso in appello il Ministero delle Politiche agricole e il commissario straordinario di Protezione Civile, chiedendo l’annullamento della sospensiva concessa dal Tar, ma il Consiglio di Stato ha mantenuto lo stop agli abbattimenti degli olivi.
Nei giorni scorsi, inoltre, era stata segnalata la presenza di un olivo potenzialmente infetto in Liguria, ma gli esami sulla pianta hanno dato esito negativo. Intanto la vicenda della Xylella fastidiosa è tra i temi in agenda a Strasburgo nella sessione plenaria del Parlamento Europeo, in programma da oggi al 21 maggio.
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