19 Ott 2013
XIII FORUM INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE: ECCO COME GLI ITALIANI PROVANO A FRONTEGGIARE LA CRISI
“riverflash” – In occasione del Forum Internazionale dell’Agricolture e dell’Alimentazione che si sta svolgendo in questi giorni a Cernobbio, La Coldiretti ha presentato i risultati della prima indagine su “La percezione della crisi e il Made in Italy, realizzata proprio in questo mese di ottobre. Dall’analisi è dunque emerso che 7 italiani su 10 hanno paura di perdere il lavoro e il 53 per cento di non riuscire ad avere un reddito sufficiente per mantenere la propria famiglia; “per più di una famiglia italiana su quattro (22 per cento) sarà un autunno difficile di grandi sacrifici economici ha spiegato la Coldiretti – per quanto riguarda la situazione generale la percentuale di quanti sono pessimisti per il futuro e pensano che la situazione peggiorerà sono il 35 per cento. Al contrario, sono il 51 per cento coloro che ritengono che non ci saranno cambiamenti mentre sono solo il 14 per cento quelli convinti che ci sarà un miglioramento”. “Emerge una forte preoccupazione e un senso di rassegnazione nei confronti sia della situazione generale del Paese che di quella personale in cui c’è bisogno di avere fiducia nel futuro”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini. “I pericoli che si intravedono sono molto pragmatici come il lavoro e il reddito e poco ideologici come l’immigrazione, citata solo dal 7 per cento degli italiani”. Un altro dato inquietante emerso al Forum è anche quello relativo al fatto che il 16% degli italiani conosce personalmente qualcuno che per indigenza è stato costretto a rubare nel 2013 e tra questi ben due su tre (66 per cento) hanno sottratto prodotti alimentari e il 22 per cento oggetti per i propri figli. “Se il 42 per cento degli italiani vive senza affanni, quasi la metà (45 per cento) riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi, mentre oltre 2 milioni di famiglie (10 per cento) non hanno oggi, reddito a sufficienza neanche per l’indispensabile. In questa situazione la famiglia è la principale fonte di welfare. Il 37 per cento degli italiani è stato costretto infatti a chiedere aiuto economico per arrivare alla fine del mese ai genitori, il 14 per cento a parenti e il 4 per cento addirittura ai figli. Solo il 14 per cento si è rivolto a finanziarie o banche mentre l’8 per cento agli amici. Spesso considerata superata, la struttura della famiglia italiana si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini. La solidarietà tra generazioni è dunque un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come molti si ostinano ad affermare”. Inoltre il 68% degli italiani ha tagliato la spesa per quanto riguarda i capi d’abbigliamento riciclando dall’armadio per l’autunno gli abiti smessi nel cambio stagione, ma oltre la metà (53 per cento) ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici (52 per cento). Abbigliamento e viaggi non solo si classificano al top dei tagli effettuati dalle famiglie, ma nel corso del 2013 sono anche i beni per i quali si è registrato il piu’ rilevante aumento di persone che hanno fatto rinunce, cresciute rispettivamente del 13 per cento e del 10 per cento, rispetto allo scorso anno. A seguire nella classifica del cambiamento delle abitudini si colloca anche la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 49 per cento. Il 42 per cento degli italiani ha rinunciato alla ristrutturazione della casa, il 40 per cento all’auto o la moto nuova e il 37 per cento agli arredamenti. Pesa l’addio alle attività culturali del 35 per cento degli italiani in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi, ma anche quello alle attività sportive (29 per cento) destinato ad avere un impatto sulla salute. Da segnalare sul lato opposto il fatto che solo l’14 per cento degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (6 per cento), ma per entrambe le voci la percentuale è in calo rispetto allo scorso anno. Oltre a risparmiare sugli abiti c’è da sottolineare il fatto che, con la crisi, si dice addio al negozio di fiducia e quasi la metà degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini sui quali è guerra nel pubblicizzare offerte speciali e sconti. Con il 71 per cento dei consumatori che dichiara di confrontare con piu’ attenzione rispetto al passato i prezzi, gli italiani sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno. “Mai come nel passato fare la spesa è diventata una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, portando gli italiani a fare la spola tra diversi negozi per risparmiare – ha concluso la Coldiretti – a cambiare sono anche le tipologie di prodotti che si mettono nel carrello con il 49 per cento degli italiani che preferisce acquistare prodotti locali e solo l’11 per cento quelli di una grande marca nazionale, mentre per il 32 per cento è indifferente e si guarda solo al prezzo o alla qualità. Da segnalare la tenuta degli acquisti diretti dal produttore al quale si rivolge regolarmente ben il 14 per cento degli italiani, il 45 per cento qualche volta, il 29 per cento raramente e solo il 12 per cento mai. Una opportunità resa possibile dal fatto che in Italia sono oggi presenti 8.392 punti vendita di Campagna Amica gestiti direttamente dagli agricoltori rispetto ai 7.094 del 2012, tra mercati degli agricoltori, cascine, cantine, maghe e aziende, botteghe e ristoranti.