23 Ago 2013
WIKILEAKS, PARLA IL SOLDATO CONDANNATO: “MI SENTO UNA DONNA ED HO AGITO PER IL BENE DEL MIO PAESE”
AG RF FT 23.08.2013
WASHINGTON (RIVER FLASH)- Bradley Manning, il soldato Usa condannato a 35 anni di carcere per i documenti riservati trasmessi a Wikileaks, si sente una donna, vuole vivere come una donna e chiamarsi Chelsea. La Nbc ha diffuso un suo comunicato. Il suo avvocato David Coombs ha annunciato che chiederà la grazia al presidente Barack Obama
“Dato il modo in cui mi sento, sin da bambino, voglio cominciare al piu’ presto una terapia ormonale. Spero mi sosterrete in questa transizione”, prosegue il 25enne nel messaggio. “Chiedo inoltre, a partire da oggi, di riferirvi a me con il mio nuovo nome e di utilizzare il pronome femminile”.
Ho violato la legge “per amore del mio Paese e senso di dovere verso gli altri e se respingerà la mia richiesta di grazia, servirò la mia pena sapendo che a volte bisogna pagare un alto prezzo per vivere in una società libera”. Così Bradley Manning, l’ormai ex soldato americano condannato a 35 anni di carcere per aver passato a Wikileaks documenti segreti, si rivolge a Barack Obama, in una lettera di cui ha dato notizia il legale del giovane analista, David Coombs.
Nel lungo scritto per sollecitare un gesto di clemenza dalla Casa Bianca, Manning spiega il suo percorso personale, sottolineando di aver “inizialmente aderito ai metodi” utilizzati contro un nemico che non sceglieva i tradizionali campi di battaglia e di essersi “arruolato volontario per aiutare a difendere il mio Paese”. Ma la missione in Iraq ha cambiato il suo modo di vedere.
“Leggendo i rapporti segreti militari ho cominciato a pormi domande sulla moralità di quello che stavamo facendo”. “Ogni volta che abbiamo ucciso civili innocenti, invece di accettare la responsabilità per la nostra condotta, abbiamo deciso di nasconderci dietro il velo della sicurezza nazionale e delle informazioni segrete per evitare qualsiasi responsabilità pubblica”, accusa Manning, riconoscendo di aver “violato la legge”, ma senza l’intenzione di danneggiare nessuno, ma anzi con l’intento di “aiutare la gente”.