di Luigi Noera (AG.RF 16.03.2015) ore 07:20
(riverflash) – Suono di una batteria sempre più assordante. Siamo nello scantinato del prestigioso Conservatorio Shaffer di Musica Jazz di NYC. Il giovanissimo che si allena è Andrew da poco ammesso ai corsi. Si illumina il corridoio ed entra un uomo: è il temuto maestro Fletcher che lo ascolta con interesse. Il ruolo è interpretato da J. K. Simmons recentemente premiato con l’Oscar quale miglior attore non protagonista. Da questo momento in poi la batteria sarà la protagonista indiscussa dello schermo insieme ai primi piani delle mani sanguinanti di Andrew. Il film «Whiplash» ci ricorda tanto il rapporto distorto tra maestro e alunno del film cult Full Jacket Metal. Rapporto tra carnefice e vittima. Per Fletcher il raggiungimento dello scopo è più importante della vita umana. Quasi una sfida con se stesso. Anche per Andrew è così ed infatti condivide con il suo maestro la passione psicopatica per il Jazz. I colpi di scena sono tanti e tengono in sospensione lo spettatore. Le sedute delle prove musicali sconcertano la platea per tanta violenza psicologica di Fletcher su Andrew e gli altri alunni. Quello che piace del film, anche al neofita di musica jazz, sono i virtuosismi e gli effetti speciali musicali. Il finale in un crescendo orgiastico musicale all’interno di un teatro gremito consacra questo strumento musicale generalmente considerato di secondo piano. Si può dire che la forza di questo film risiede nel montaggio spericolato del sonoro che sovrasta di gran lunga le immagini. Insomma un linguaggio nuovo dove il peso della musica è elemento predominante, quasi un “fuori campo” ininterrotto di quasi due ore, tanto quanto dura il film.
Whiplash. di Damien Chazelle, USA 2014, 107′
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..