16 Giu 2014
UNA PRODEZZA DI MESSI REGALA ALL’ARGENTINA IL SUCCESSO SULLA BOSNIA ERZEGOVINA
SL – AG.RF 16.06.2014
(riverflash) – Quando Joel Agular, arbitro della Federcalcio di El Salvador, effettuò il triplice fischio che sentenziava la fine della partita, i 50.000 argentini presenti allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, poterono tirare un sospiro di sollievo. Ancora una volta la Nazionale argentina ha ripetuto il copione di vincere all’esordio di stretta misura. Succede dal Mondiale di Francia 1998 e in questa edizione ospitata dal Brasile non ha fatto eccezione: 2-1 alla Bosnia Erzegovina, con l’autorete di Sead Kolasinac e il gol di Lionel Messi per l’albiceleste, mentre il gol degli ex-jugoslavi porta la firma di Vedad Ibisevic, centravanti dello Stoccarda.
Il match si è giocato in un Maracanà che sembrava la Bombonera, lo stadio del Boca Juniors, per l’incredibile numero di supporters argentini al seguito della loro Nazionale. La dichiarazione non è nostra ma del difensore Emir Spahic, capitano della Bosnia Erzegovina. Del resto non meno di cinquantamila erano gli argentini su un totale di 74.000 spettatori.
L’albiceleste non ha dovuto attendere troppo per sbloccare il risultato, perché non erano passati 3 minuti dal fischio d’inizio quando su un traversone di Messi da sinistra, sfiorato da Marcos Rojo, il difensore Kolasinac colpiva male la palla infilandola nella sua porta, nonostante il tuffo del portiere Begovic.
Questo 1-0 così immediato avrebbe dovuto regalare una grande tranquillità alla squadra argentina, ma non è andata così. Il fatto che il c.t. Alejandro Sabella abbia schierato una difesa a 5 non ci ha sorpreso perché adottando tale modulo aveva battuto sette mesi fa la Bosnia Erzegovina in gara amichevole disputata a Saint Louis, nel Stati Uniti. Stavolta è successo, invece, che c’è stato poco possesso palla dell’albiceleste, che ha ripiegato all’indietro, con Messi troppo lontano dall’unica punta Sergio Agüero per poter fraseggiare con lui e con l’altro attaccante esterno, il madrilista Angel Di María. I bosniaci, dotati di un buon palleggio, guadagnavano terreno e, pur non avendo le idee chiare, minacciavano la porta di Sergio Romero, che al 41’ si è opposto a un colpo di testa di Lulic. Buono il lavoro con spalle alla porta di Dzeko, il centravanti-boa. Sull’altro fronte Messi era isolato in una gabbia e, consapevole di avere tutti gli occhi puntati su di lui, non riusciva a produrre azioni significative. Finiva il primo tempo senza troppa gloria e senza troppa sofferenza.
Sabella ha fornito una buona lettura del match nello spogliatoio e, per il secondo tempo ha deciso di cambiare inserendo l’ex-romanista Gago, un mediano, al posto del difensore Campagnaro, e Gonzalo Higuaín, un centravanti, al posto di Maxi Rodríguez, una mezzala. Con queste mosse l’Argentina passava a un classico 4-3-3 che le ha dato migliori risultati. Il calcio è una coperta corta che quando copre la difesa scopre l’attacco e viceversa. Ma non è andata così. Ibisevic, partito in panchina, al 85’ approfitta della debolezza difensiva albiceleste per sorprendere un distratto Federico Fernandez e segnare infilando la palla tra le gambe di Romero in uscita.
Mancavano alla fine 5 minuti più extratime e Sabella al 87’ ha scelto di coprirsi inserendo il laziale Lucas Biglia al posto di Sergio Agüero, passando a un 4-4-1-1 che di fatto ha chiuso il match.
ARGENTINA-BOSNIA ERZEGOVINA: 2-1 (1-0)
Reti di Kolasinac (BE) autorete al 3′, Messi (A) al 65′, Ibisevic (BE) al 85′
Traduzione in italiano da: nimasnimenos.blogspot.it di Sergio Levinsky