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UNA POLTRONA AD HOC PER SACCOMANNI «DIRETTORE GENERALE ONORARIO» DI BANKITALIA

Fabrizio_Saccomanni_1AG.RF 25.09.2014 (ore 20:32)
(riverflash) – Una poltrona a hoc per Fabrizio Saccomanni, ministro del Tesoro del governo Letta che stava a cuore sia a Draghi che a Napolitano. Il vegliardo capo dello Stato ha provato a proporlo a Renzi, ma l’ex-sindaco di Firenze non lo ha voluto. “Che fare con Fabrizio?” deve essersi ossessionato Napolitano. Duro lasciare senza poltrona uno che ha guadagnato così tanto nella propria vita. Questione di prestigio. Così a maggio, è stato creato il ruolo di «Direttore Generale Onorario» di Banca Italia è stato immediatamente conferito a Saccomanni. Carica onorifica ben retribuita con annessi auto blu, autista, segreterie, uffici e spese di rappresentanza. In un momento dove si chiedono sacrifici agli italiani, a Visco, governatore della Banca d’Italia, deve essere sembrato giusto pensare a Saccomanni. Del resto a quest’ultimo poco importava dei sentimenti degli italiani, a lui interessavano solo i conti da far quadrare. A nessuno piacciono le tasse e tra le tasse quelle più detestate sono quelle sulla casa. Quando a Enrico Letta veniva chiesto se abolire l’IMU, l’ex-premier balbettava un traballante “si”, mentre alla sua destra Saccomanni alzava gli occhi al cielo, come a dire “mah”. Sono stati proprio i vertici dell’istituto di via Nazionale a inventarsi l’ennesima carica onorifica.
Saccomanni non è riuscito a invertire la rotta di una crisi economica importata dagli Stati Uniti e ingigantita dalle politiche europee e dalle nuove tasse del governo Monti. Mentre sedeva al Tesoro, la disoccupazione ha subito un balzo in avanti, il pil è capitolato sotto lo zero e centinaia di migliaia di imprese hanno chiuso i battenti.
Il governo non ha pubblicizzato l’investitura ad hoc di Saccomanni, che non è stata mai annunciata.
Come si legge a pagina 262 della relazione annuale, i dipendenti di Bankitalia al 31 dicembre del 2013 erano 7.027 per un costo di oltre 801 milioni di euro. Le spese di amministrazione erano fissate oltre i 441 milioni di euro. In totale oggi c’è stato un balzo avanti nelle spese, passate da 801 milioni a 1,2 miliardi di euro.
A scoprire il regalo a Saccomanni è stato Elio Lannutti, ex-senatore dell’Italia dei Valori e presidente dell’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari), che dichiara sdegnato: “La situazione economica è così grave, che ogni giorno la Banca d’Italia invita governo e Parlamento all’austerità, a tagliare costi e spese, a ridurre pensioni e stato sociale che non ci possiamo più permettere. Come un Giano bifronte, Visco e il direttorio di Bankitalia predicano bene, ma continuano a comportarsi come se la crisi sistemica, prodotta dai banchieri che hanno edificato piramidi finanziarie di sabbia piazzando titoli tossici anche per la scarsa vigilanza delle banche centrali, riguardasse solo i pensionati al minimo ed il 43% dei giovani senza lavoro, privati in Italia, di ogni speranza di futuro”.

 

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