19 Nov 2013
UN VERTICE «PD» ALLINEATO CONTRO LA SFIDUCIA ALLA CANCELLIERI, SOLO CIVATI FUORI DAL CORO
di Stefano Celestri (AG.RF 19.11.2013)
(riverflash) – Questa sera si riunisce il vertice del Partito Democratico per valutare se è il caso di chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. Il vertice è stato rinviato di 4 ore per permettere a Enrico Letta di rientrare a Roma dalla Sardegna, ma l’esito appare scontato. Matteo Renzi ha sostenuto l’opportunità delle dimissioni perché l’incarico di Guardasigilli è delicato e va esercitato con serenità. Gli esponenti del correntone del sindaco di Firenze, però, hanno anticipato che non violeranno il vincolo di partito e manterranno l’impegno della fiducia al governo. Compresa la Cancellieri, anche tappandosi il naso.
Il vero salvavita del ministro della Giustizia è Giorgio Napolitano. È lui che tiene le fila del Governo dalle Larghe Intese. Nessun cedimento altrimenti lo spread schizza alle stelle e l’Europa (la Germania) stringerà il cappio intorno al collo dell’Italia. La stranezza è che questo governo se ne frega dell’esito delle elezioni, visto che a Destra non c’è più Berlusconi, il moltiplicatore dei consensi. Quando a dicembre 2012 sembrava che il PdL portasse avanti la candidatura di Alfano le proiezioni lo davano al 11%, poi è sceso in campo il patron di Fininvest e Bersani ha vinto di un nulla. Piccolo margine che non gli è bastato per fare il premier. Stasera Pippo Civati presenterà la sua mozione di sfiducia individuale, per evitare che i democratici che la pensano come lui debbano votare quella del Movimento Cinque Stelle. Sono 15 fino ad ora le firme raccolte contro i governativi, otto deputati e sette senatori – scrive Civati sul suo blog – tra cui Felice Casson, Laura Puppato e Corradino Mineo. Dicevamo che il governo non ha più il consenso della Destra e nemmeno della Sinistra. La base prenderebbe a calci la Cancellieri, rea di aver favorito la sofisticata Giulia Ligresti e non un qualunque figlio del popolo. Al contrario la sostengono Enrico Letta, Alfano, Franceschini, ex-democristiani che governano l’Italia senza aver vinto le elezioni, da cui è uscita quasi azzerata l’UDC di Casini e non ha avuto successo la Svolta Civica, poi ripudiata da Monti, il suo leader.
A Riccardo Fraccaro, deputato veneto del M5S, poco importa che non sia stata infranta la legge: “Noi non vogliamo che un ministro preferisca amici o amici di amici. La sfiducia è politica, che non ci siano elementi penali è irrilevante”.
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attilio cece dice:
Pubblicato il 20-11-2013 alle 09:21
basta dare il nostro voto a gentucola che si dice di centosinistra ma non si vergogna di sostenere individui amorali come la ministo cancellieri !!!