17 Dic 2013
RASSEGNA STAMPA. Un tutor per Alfano: il 41 bis è di competenza del Ministero di Giustizia
di Giuseppe Licinio (AG.RF 17.12.2013 ore 15.00)
(riverflash) – A dominare le prime pagine è senza dubbio il discorso di Giorgio Napolitano. Ogni quotidiano offre una chiave di lettura diversa. «L’amaro sfogo del Presidente» titola il Corriere mentre Repubblica apre con «Napolitano: no al voto anticipato». La Stampa si preoccupa dei forconi e titola «Forconi: allarme di Napolitano». Per il Giornale: «Napolitano ricatta l’Italia». «Si fa come dico io o mi dimetto» è il sommario.
E’ questo effettivamente l’aspetto più significativo del discorso. L’articolo che meglio rende il senso politico della mossa di Napolitano è di Marzio Breda sul Corriere («Ricaricata l’arma delle dimissioni». È evidente, infatti, che se il Presidente della Repubblica si dimettesse bisognerebbe eleggerne un altro e le probabilità che Berlusconi abbia voce in capitolo nella scelta del successore questa volta sono pari a zero. Ecco perché Il Giornale lo chiama il «ricatto».
Il Fatto offre, invece, un’altra chiave di lettura: «Re Giorgio avverte Renzi» (quindi Napolitano si sarebbe rivolto più a Renzi che a Berlusconi). Stefano Menichini su Europa dice esattamente il contrario (addirittura secondo lui i discorsi di Napolitano di ieri e di Renzi all’assemblea del Pd sarebbero sovrapponibili).
Altra notizia in prima pagina su tutti i quotidiani è il decreto legge preparato dal ministro Cancellieri che prevede la scarcerazione di tremila detenuti. Anche qui la notizia è offerta da diverse angolazioni a seconda del quotidiano. Il Fatto fa notare come, fra le misure previste dal decreto, ci sia una norma che preveda l’uso obbligatorio del braccialetto elettronico. In sostanza un regalo a Telecom visto il costo proibitivo idi questi braccialetti.
Il ministro Alfano ha comunicato che ci sarà un inasprimento del 41 bis per i mafiosi. Ne danno conto tutti i quotidiani ma solo il Corriere offre, attraverso uno schema basato su domande e risposte, un approfondimento sul 41 bis e come funziona. Il Corriere fa notare, inoltre, che la competenza sull’inasprimento del 41 bis non è del ministero degli Interni ma di quello di Giustizia. In sostanza il ministro degli Interni quando deve intervenire non interviene (vedi caso Shabalayeva) mentre occupa la ribalta mediatica sui temi su cui non ha competenza operativa.
Diversi articoli evidenziano la divisione del movimento dei forconi e in particolare fra i dirigenti più noti. E’ il Fatto a offrire una cronaca dettagliata sul movimento (guardato sempre più con simpatia nel centrodestra).
Infervora il dibattito dentro il Pd sui diritti civili e sulle questioni cosiddette “non negoziabili”. Se ne occupa Vladimiro Zagrebelsky sulla Stampa e l’Unità con due interviste.
Approfondimento
Decreto svuota carceri. Repubblica, con Liana Milella, spiega nel dettaglio il decreto preparato dal ministro Cancellieri e in particolare alcuni aspetti come chi esce dal carcere, come si calcola la detrazione dei giorni, di che cosa si occuperà la nuova figura del “garante dei detenuti”.
Napolitano. Marzio Breda sul Corriere spiega quali sono i messaggi che Napolitano ha lanciato tra le righe del suo discorso. In primisl’invito a Berlusconi a smetterla di evocare continuamente lo spettro dei “colpi di stato” perché in caso di dimissioni potrebbe ritrovarsi al Quirinale qualcuno ben più ostile di lui. Secondo Sallusti a Napolitano «la situazione sta sfuggendo di mano e lui arriva al ricatto» e pertanto lo invita a «liberare l’Italia dalla sua nociva presenza». In una partita a poker si chiamerebbe un “rilancio”. Quindi, paradossalmente, si può notare una posizione molto simile fra il Giornale e il Fatto su Napolitano. Una uniformità anche linguistica poiché, infatti, anche il Giornale ha iniziato a definire “corazzieri” tutti quelli che difendono il Quirinale (oggi il grado militare è affibbiato a Eugenio Scalfari).
Renzi. Davvero Napolitano aveva nel mirino Renzi nel suo discorso (come scrive il Fatto)? Secondo il direttore di Europa Stefano Menichini, è esattamente il contrario, anzi sulle riforme costituzionali c’è addirittura «un’identità di vedute». Ottimista.
Forza Italia critica fortemente l’intervento di Napolitano. «Napolitano si dimetta: non mi fa paura» è il virgolettato che Amedeo Lamattina della Stampa attribuisce a Berlusconi. Il Cavalire, secondo il giornalista, è convinto che Napolitano sia il regista dell’operazione che lo ha eliminato politicamente (con l’appoggio di Alfano e dei suoi).
Legge elettorale. Rimane la questione centrale. Se ne occupa Goffredo De Marchis su Repubblica. «Ritorno al Mattarellum entro gennaio» è la soluzione di Renzi che cerca anche l’appoggio dei grillini. Non si fida, invece, di Alfano e della sua proposta di unire la riforma costituzionale con quella del Senato. Ma il problema più grande Renzi è la fedeltà dei gruppi parlamentari, quasi tutti nominati da Bersani e poco propensi a forzare i tempi e a mettere a rischio la legislatura (anche perché per molti di loro la ricandidatura non è affatto sicura).
Forconi. Anche oggi i quotidiani parlano della spaccatura all’interno dei movimenti. «Forconi contro Forconi» è il titolo del Fatto che meglio riassume la situazione. Sull’opportunità della manifestazione a Roma, i leader del movimento parlano lingue molto diverse e di tanto in tanto volano ingiurie mezzo stampa. Qualche coordinatore locale ogni tanto va per la tangente (come la coordinatrice del movimento in Emilia secondo cui «serve una giunta militare» salvo poi ritrattare subito dopo dando la colpa ala giornalista). La decisione di alcuni leader di fare la «retromarcia su Roma» nasce dalla segnalazione dei servizi segreti di probabili infiltrazioni di “professionisti dei disordini”. Si prevedono comunque 10.000 partecipanti alla manifestazione (azzeccato il titolo del Tempo «Un mercoledì da forconi»). Rimane la sensazione di un movimento che non sa che direzione prendere.
Pd. Altre questioni che generano tensioni nel partito sono la decisione di Renzi far aderire il Pd al Pse (con l’opposizione dell’ala cattolica) e il dibattito rilanciato da Renzi sui maggiori diritti per le unioni civili. Se ne occupa l’Unità con un servizio neutro di Adriana Comaschi e due interviste giustapposte: a Ivan Scalfarotto (soddisfatto perché l’Italia si avvicinerebbe all’Europa) e a Luigi Bobba (contrario perchè bisogna dare priorità alla famiglia).