di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 14.02.2015) (river flash) – 7 ottobre 2006, per molti una data insignificante, un giorno come tanti altri. Dietro quel giorno, però, si nasconde la storia di una donna che ha combattuto per la libertà e la pace. Una giornalista, una donna, Anna Stepanovna Politkovskaja, nata a New York, figlia di due diplomatici sovietici di nazionalità ucraina, russa solo di passaporto, assassinata nell’ascensore del suo palazzo a Mosca da un sicario proprio in quel giorno di otto anni e mezzo fa, perché le ideologie, le armi, la violenza non le sono mai piaciute. Ha lottato per tutta la sua vita, cercando di fare la guerra con le parole, con i suoi servizi pungenti e veritieri. Si definiva una reietta, una persona che descriveva quello che succedeva a chi non può vederlo.
Una storia a ritroso presentata attraverso un monologo riesce a far rivivere quella “Donna NON rieducabile”, come recita il titolo del memorandum teatrale su Anna Politkovskaja di Stefano Massini, da un progetto di e con Elena Arvigo. Al teatro Brancaccino, nel centro di Roma, ieri sera, oggi e domani, è messa in scena la vita della Politkovskaja, il suo lavoro e la sua “missione” in Cecenia, la guerra, il freddo, la devastazione, la desolazione di una terra divisa da due mari e devastata da un esercito, il “suo” esercito russo.
Più volte minacciata di morte, fino al suo assassinio la Politkovskaja ha cercato di fare il suo lavoro, informare il suo paese. “Donna non rieducabile” nasce dalla penna di Stefano Massini e da un’intensa e precisa interpretazione di Elena Arvigo. “Ho letto moltissimo per entrare nel personaggio: ciò che mi ha colpito dei suoi scritti è il suo bisogno impellente di testimoniare la realtà, il suo eroismo calato nel quotidiano di una realtà di guerra e soprusi” racconta l’attrice genovese, che dopo questa interpretazione si calerà in altre due interpretazioni, femminili: Elena di Sparta e Marguerite Duras, scrittrice francese. Sensibile e attuale, il monologo riesce a fondersi con il flash back del racconto di un modello di donna, di giornalismo e di vita.
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