AG.RF.(Claudio Peretti).30.03.2016
“riveflash” – Ci sono notizie che lasciano quasi impassibili, tanto siamo abituati al malcostume degli amministratori della cosa pubblica, ma poi, ripensandoci ed analizzandole un po’ più a fondo, si scoprono collegamenti che è bene mettere a fuoco. L’indagine di Raffaele Cantone sul comune di Roma, dal 2012 al 2014, sindaci Alemanno e poi Marino, da lui firmata il 10 marzo scorso, “ ha rivelato la sistematica e diffusa violazione delle norme. Ha palesato il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, con il conseguente incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive”. Fin qui nulla di nuovo, gli amministratori del nostro comune non si differenziano da quelli delle regioni e dello stato, ormai ci siamo abituati, ma, a ben guardare, si può vedere altro… Ed ecco cosa.
I dipendenti del comune di Roma sono circa 23.000, e, fra di loro, ci sono dirigenti, impiegati, operai e vigili urbani. Penso che gli appalti siano gestiti da vari dipartimenti, che so io, per la manutenzione delle strade, i servizi per i disabili, gli ospizi, gli affitti delle case, la macellazione della carne, la tutela del verde pubblico, l’acquisto di nuovi software, la gestione dei canili, la gestione dei cimiteri e così via. Orbene, tutti gli appalti per queste attività sono marci, ossia non c’è un solo capitolo in cui il grande Comune di Roma, prima gestito da Alemanno e poi da Marino, abbia rispettato le regole della buona amministrazione. Possibile che nessuno dei dipendenti del comune non si sia accorto di questo malaffare? Possibile che, fra i gestori di queste attività, anche a livello basso, non ci sia stato nessuno che si sia accorto del mancato rispetto delle regole e che quindi avrebbe dovuto denunciarlo all’autorità? Ma allora, se nessuno ha denunciato, non è che, per caso, sono tutti conniventi? Nel senso che, se uno assiste ad un sopruso o ad un illecito, dovrebbe denunciarlo, non vi pare? Inoltre, a leggere la relazione di Cantone, queste cose non sono successe di rado, non sono stati appalti sporadici, ma sono successe quasi sempre, per la durata nel tempo e per tutti i dipartimenti del comune. Che significa tutto ciò? Significa che quasi tutti dipendenti pubblici del comune di Roma sono a dir poco ignoranti, ma qui viene da dire conniventi… chissà perché… Non è che forse le prebende di questi appalti poco chiari e truccati venivano (meglio dire vengono) distribuita a pioggia per conquistarsi il silenzio di tutti? In questo modo, chi potrebbe parlare? Se uno denuncia il suo capo o il collega, potrebbe essere denunciato a sua volta, quindi: tutti zitti, tutti d’accordo, in piena omertà.
Ed ecco qui la mia raccomandazione al prossimo sindaco, se veramente vuole riportare ordine in questo disastrato comune di Roma Capitale: “attento a tutti, attento tutti coloro che hanno a che fare con gli appalti”. Quanti saranno? Non lo so, ma sono certo che, con un’indagine intelligente (Cantone l’ha già fatta quasi tutta), si possano allontanare ed anche denunciare i disonesti, a partire dai vertici delle catene gerarchiche che, se non ne sapevano nulla sono stupidi e vanno allontanati per questo, se lo sapevano e non dicevano nulla sono disonesti o, per lo meno, conniventi e quindi vanno non solo allontanati, ma anche denunciati.
Ma, per finire, con tutte queste grane, con tutti questi grattacapi e mali di testa, c’è da chiedersi: come mai uno vuole ancora fare il sindaco di Roma? Chi glie lo fa fare? Lo fa solo per lo stipendio, perché non ha altro di cui campare? Lo fa per la gloria? Ma quale gloria, con un debito spaventoso che sale ogni anno, visto il disavanzo annuale certificato di 1,2 milioni di Euro? Perché non lasciare che il buon commissari Tronca continui per almeno altri due anni la sua opera risanatrice, troncando il malaffare?
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