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UMBRIA GREEN FESTIVAL: musica, nuovi libri e un monologo di Jacopo Fo

di Francesco Angellotti (AG.RF 26.09.2016)

(riverflash) – Nella tre giorni organizzata da Umbria Green Festival, è stato inserito proprio nel mezzo un evento con importanti incontri, che sono stati apprezzati da un numero considerevole di partecipanti. E’ iniziato presto il discorso sulla conoscenza e ricerca dell’importanza del territorio, con un intervento di Alte Cariche Comunali e settoriali, che hanno trattato argomenti sulla Tradizione ed Innovazione nell’Intermediazione per il Turismo del Futuro: argomento particolare, perché il Turismo viene di solito promosso, mentre invece per l’occasione è stata presa in considerazione la sua “intermediazione”: l’argomento, posto in questi termini, è importante, sintetizzato dalla sigla FIAVET; così è più chiaro.

   Nel primo pomeriggio la scrittrice Simonetta Neri ha presentato il suo libro “Terni: tra memoria e realtà”; ci si è riallacciati al passato, in cui si sono illanguidite le persone attaccate alla vita che un tempo si trascorreva in questa città, con altri ritmi ed altre occupazioni; ma dà una spinta anche a coloro che da giovani, trovandosi nel contesto scaturito dall’anima di un popolo, possono lanciarsi verso la realizzazione di quel che il Futuro aspetta venga realizzato.

   Subito dopo ha avuto un ruolo importante l’intervento di Giulio Rapetti, in arte conosciuto con lo pseudonimo di Mogol. L’Autore, che ha creato un Centro di Studio Musicale nella zona, ha avuto un’illustrazione della sua musica in rapporto al cinema “green” , ed è seguita una tavola rotonda sull’argomento, a cui sono intervenuti esperti in materia,;compreso il Presidente della Fiera delle Utopie Concrete, Karl Ludwig Schibel, che dall’Università di Francoforte viene ogni anno a Città di Castello per presentare esperienze e soluzioni di conversione ecologica dell’economia e della società. E’ questo un discorso che mi ostino a proferire come essenziale: quello che l’Utopia non è una Fantasia Irrealizzabile, ma il Massimo verso il quale bisogna imporsi di volgersi, aspirando “al Massimo”; e Karl Ludwig ci insegna come poter continuare il ciclo della vita, che stiamo annientando.

   Ancora diversi incontri educativi per bambini, dalle ore 10, con passeggiate in bici e il discorso musicale di strumenti ricomposti da mondezza riciclata, che possono ritmare suoni estrapolati dalle Culture Tribali e Popolari di tutto il Mondo. Musica, riutilizzando rifiuti solidi urbani: è un discorso molto educativo.

   A seguire la presentazione di Matteo Cionini della sua elaborazione, tratta da Il Barone Rampante, a cui ha dato il nome “Da qui non scendo”.

   Nel primo pomeriggio, Energia Ambiente e Chimica con “L’isola di Einstein”: una cosa così importante poteva essere programmata ad orario un po’ più comodo!

   Tutta questa interessantissima attività, è stata coronata da una rappresentazione serale, dal significato sociale essenziale, per elaborare la Vita nella Società: volendo continuare a svolgerla. Il programma ha previsto, prima un lungo sketch, divertentissimo ma profondo nel contenuto che bisogna cogliere, di Jacopo Fo; successivamente si è ascoltato l’intervento di Paolo Jannacci che, a parte una canzone di Paolo Conte ed un’altra di Luigi Tenco, ha riproposto quel che il padre Enzo ha portato negli spettacoli in cui, partito da Milano, è dilagato in tutt’ Italia con una nuova forma di comunicazione.

   Iniziando la descrizione col monologo di Jacopo Fo, avevamo paura che l’Artista nell’espressione si rivelasse aggressivo o almeno impetuoso, come c’era da temere nella foto di presentazione della pubblicità dello spettacolo. Noi non avevamo mai avuto il piacere di vederlo in scena, nonostante abbia già svolto un’attività importantissima in vari settori (vogliamo ricordarne uno, che è un fulcro della mia ideologia; nel suo centro “Libera Università di Alcatraz”, nome ironico ma indicativo, ha lanciato l’iniziativa dell’acquisto di pannelli solari, sostenendo la politica dell’Energia Alternativa, ottenendo ampio coinvolgimento di famiglie ed imprese). Abbiamo visto in Teatro molte volte spettacoli del padre Dario e la madre Franca, oltre ad averli seguiti recentemente anche in televisione; certo l’impostazione da cui eredita è assolutamente ironica e spiritosa: non solo in senso macchiettistico, ma seguendo la migliore via per far capire discordanze reali; si trasmette una battuta, che assume carattere deridente, fino allo strafottente (mi venga concessa una parola un po’ -accia: ne ha dette tante Jacopo, e questo non è bello; non perché maleducato, ma è volgare). Interessante, invece, e vorremmo poter svolgere un’analisi specifica psicologica, che il paradosso s’inoltri anche nell’immagine. Infatti, guardandola, sembra che prepari ad un atteggiamento aggressivo, pronto a saltarti addosso; mentre invece, sul palco, Jacopo è d’una spiritosaggine straordinaria; mai cercando lo scontro, ma utilizzando il paradosso in maniera sarcastica e cocente. Il tutto, affrontando temi attuali e scottanti, inerenti problematiche attuali ed intime: la coppia, l’amore, rapporti occasionali o radicati, il sesso, la tradizione delle usanze familiari e via discorrendo. Tutto seguendo un principio netto, propugnando una corrente fondata nella Libertà, dando valore alla Tradizione ed al fondamento dei Retroterra Dinamici: che non rimangono statici nell’Abitudine, ma si evolvono come lo scorrer del Tempo richiede.  Ed è questa l’ironia divertentissima di Jacopo, che andando via ha annunciato prossime iniziative presso il Centro che dirige ad Alcatraz (nome che fa parte della sua ironia), in cui si svolgeranno divertentissimi ed appassionanti gruppi di studio molto importanti: ma sempre sotto il profilo del Paradosso.

   Quasi immediatamente, è avvenuto il cambio di scena; Paolo Jannacci si è seduto al pianoforte (che sa suonare molto bene), dopo aver presentato altri tre musicisti, anch’essi molto bravi almeno agli strumenti; così ha iniziato la sua esibizione. Il palco de “La Passeggiata” probabilmente infonde un’ispirazione intima verso gli artisti che salgono sulla scena; perché tutti si espandono in conversazioni con il pubblico, sentendolo quasi amico, ed illustrando particolari che non temono di far scendere nell’intimo o nel particolare.

   Così le canzoni del padre Enzo sono state riproposte, ed il valore non ha assunto la nostalgia dei Tempi Andati, perché la loro attualità è radicata. In fondo, qui si parrà la nobilitate dell’Artista: che non riferisce l’attualità, ma anticipa il futuro. E Paolo è stato bravissimo, assistito superbamente con 1 fiato, chitarra e batteria, nel ripresentare i successi del Padre; anche se, non solo per rielaborazione ma perché lo spettacolo non andava registrato ma era live, la divagazione, musicale e vocale, nella formulazione delle canzoni, era molto più articolata che nei dischi che conoscevo, negli anni ’60, ’70 e ’80. Indubbiamente le elaborazioni erano molto effervescenti, ed hanno riproposto canzoni divertentissime, che vien da stupirsi della loro data di nascita, perché la loro attualità scaturisce nella risata, che Paolo riesce a far brillare con la sua nuova interpretazione.

   Siamo in grande attesa, dopo questi 2 giorni così eccezionali, del concerto di questa sera, che verrà tenuto da “I Musici di Guccini”, che con lui hanno suonato le canzoni che il cantante bolognese ha fatto ascoltare, con la sua voce calda, a tutta una gioventù che si lanciava per cambiare la Società; però, ad esperienza fatta, questa sera, oltre alla giacchetta, mi porterò anche un golfino; di giorno al Sole si sta bene anche in maglietta, ma la sera il freddo entra nelle ossa; e il mio pensiero vola a quelle famiglie che si trovano perdute chissà dove e come, in situazioni precarie dovute ad eventi precari come il terremoto (e non solo), con l’idea di dover affrontare il freddo dell’Inverno.

   Per questo è importante dar valore al senso di Comunità: restiamo tutti Individui esprimendo il nostro Ego, ma verifichiamo che viviamo in Società, e che il Bene mio potrò sentirlo realizzato solo quando sarà condiviso da Tutti.

 

dotti e albertiniroberto romano e simonetta nerijacopo fo e schibel

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