AG.RF 15.10.2014 (ore 23:26)
(riverflash) – Nuove norme repressive per arginare la violenza negli stadi, dove gruppi di giovani manifestano il loro malessere. Chissà perché hanno scelto il calcio come cornice alla loro protesta e non ministeri o università. Quello che è successo nella finale di Tim Cup 2014 ha rivelato che dietro alcune tifoserie si nascondono delinquenti che prendono il calcio come pretesto per mostrare i muscoli. La prova di ciò è che le violenze accadono generalmente prima della partita e non dopo. Quindi non è l’esito della partita a scatenarle.
Con la nuova legge anti-violenza negli stadi il Daspo sale a 3 anni di inibizione dagli stadi. In caso di recidiva il Daspo può durare dai 5 agli 8 anni con obbligo di presentarsi in commissariato e rimanervi per tutta la partita. La regola vale per gruppi di tifosi non solo per i singoli. Potrà essere colpito da Daspo chi espone striscioni che incitano alla violenza o semplicemente provocatori. C’è la nuova figura dell’arresto in flagranza differita nel caso in cui dai video vengano identificate le persone che intonano cori o espongano striscioni che incitano la discriminazione etnica o territoriale.
Per quanto riguarda le trasferte, il ministro dell’Interno può chiudere il settore ospiti per un massimo di 2 anni in caso di incidenti gravi.
Indispensabile a nostro avviso la collaborazione dei tifosi tranquilli, che pagano il biglietto per vedersi la partita in santa pace e non vogliono vivere un clima da guerriglia. Sono loro che devono impegnarsi a cacciare dagli stadi le mele marce. Per loro potrebbe scattare addirittura il domicilio coatto, che dovrebbe pagare lo Stato. Quest’ultimo, però, otterrà dalle società una piccola quota dell’incassi (dal 1 al 3%) per pagare gli straordinari ai poliziotti.
Novità assoluta è la pistola-laser in dotazione ai poliziotti. Fin’ora veniva utilizzata al posto dell’autovelox e non chiaro come verrà utilizzata.
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