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UCCISO IN UCRAINA IL FOTOGRAFO ITALIANO ANDY ROCCHELLI

andy_rocchelliAG.RF 25.05.2014 (ore 23:36)

(riverflash) – Dare la notizia subito, di prima mano. Altrimenti non vale nulla. Era quello in cui credeva Andrea Rocchelli, detto Andy, 30enne fotoreporter di Piacenza morto la notte scorsa in Ucraina nell’area di Slaviansk. Era in corso un combattimento tra le forze separatiste e l’esercito ucraino. Colpi di mortaio che sono caduti dove stavano i reporter a documentare questa guerra civile al mondo intero. Insieme a Rocchelli è morto anche il suo interprete, il russo Andrey Mironov, uno che faceva questo mestiere con fede politica e che aveva lavorato anche in Cecenia.

La Farnesina conferma la morte del fotografo italiano, anche se manca ancora il riconoscimento che dovrà essere effettuato dai genitori, già in viaggio per Donetsk. La salma è stata trasferita, insieme a quella di Mironov, dall’ospedale di Andreevka a quello di Slaviansk, distante pochi chilometri.

Il giornalista francese William Roguelon dell’agenzia Wostok Press, che era con Rocchelli, ha raccontato che si trovavano a bordo di un’auto con l’interprete, nella zona sud della città, assediata dalle forze militari di Kiev: “Prima abbiamo sentito colpi di kalashnikov che fischiavano. Poi sono piovuti i colpi di mortaio tutt’intorno. Hanno aggiustato il tiro e un colpo è piombato in mezzo al fossato dove i fotografi si erano messi al riparo”. Il francese, pur rimanendo ferito, è riuscito a raggiungere l’ospedale locale senza sapere quali fossero le condizioni di Rocchelli e dell’interprete Mironov che ha visto distesi a terra immobili. La notizia ha rotto la quiete solo apparente di Donetsk, dove in tarda serata le strade sono praticamente deserte, e i pochi `coraggiosi´ che hanno deciso di uscire si rintanano nei locali della città.

rocchelli cesuraAndy Rocchelli, diventato da poco padre di una bimba, era diplomato con un Master Degree al Politecnico di Milano in Visual Design, ha lavorato per l’agenzia fotografica Maria Grazia Neri, poi presso lo studio Alex Majoli, prima di fondare, assieme ad altri appassionati professionisti del «clic», il collettivo Cesura, che oggi, stando al sito, annovera 13 giovani fotografi.

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