AG.RF.(MP).06.05.2015
“riverflash” – Tutti in piazza ieri, contro la “Buona Scuola”. In 7 città italiane, si sono svolti cortei di studenti e sindacati uniti, che hanno manifestato il loro dissenso sul ddl di riforma della scuola del governo Renzi: “Siamo disposti ad ascoltare tutti, è giusto condividere e parlare, ma voglio anche dirvi che il governo ha stanziato 3mld di euro per la scuola, qualcuno dirà che sono pochi… ma prima quanti erano?”, ha dichiarato il Premier. Manifestazione riuscita in pieno dunque, nella Capitale, dove la Cgil ha stimato in 100mila persone i partecipanti che protestavano al ritmo di tamburelle, con striscioni e cori, in un serpentone lunghissimo, alla testa del quale, erano presenti tutte le sigle sindacali, con il leader della Cgil, Camusso, in testa. “La buona scuola ci ha tolto la parola:A Roma – Oltre 100mila, secondo fonti della Cgil, i manifestanti che hanno preso parte al corteo di protesta terminato in piazza del Popolo: il lungo serpentone ha marciato a ritmo di tamburelli tra bandiere rosse della Flc Cgil, quelle azzurre della Uil e quelle della Cisl. In testa al corteo lo striscione unitario dei sindacati di categoria che hanno indetto la protesta con la scritta: “Sciopero generale, l’unione fa la forza”. Tra gli altri striscioni: “I diritti si conquistano a spinta” e “Il Tasso contro la riforma”. Molti i fazzoletti, portati al collo dai docenti, con la scritta “La buona scuola ci ha tolto la parola”: è stato questo il leit motiv della giornata che ha segnato un’adesione massiccia alla protesta. Per Susanna Camusso “il governo è senza argomenti e non ha idea di come si debba cambiare”, appoggiata dagli altri leader delle sigle sindacali, affiancati dagli studenti universitari che hanno detto “no” ai nuovi provvedimenti “per i metodi utilizzati per la costruzione della riforma”. Lo sciopero di ieri, è stato quindi un successo, si parla di un’adesione vicina all’80%, mentre il ministro Giannini, ha commentato: “Erano 7 anni che si parlava della scuola e di un suo cambiamento: abbiamo scelto lo strumento del disegno di legge proprio per tenere aperta la discussione”. Il “nodo” principale relativo alla “nuova” funzione del preside in base alla riforma, è stato invece così spiegato: “ Il dirigente scolastico (in questo caso il preside), deve assumere le funzioni di responsabilità che ogni leader educativo, dovrebbe avere. A questo però facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione, che è già partito, che non è legato solo a questo disegno di legge ma che finora non si era mai attuato perché la scuola italiana non è impostata su una modalità valutativa”.
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