AG.RF.(MP).25.09.2014
“riverflash” – Come annunciato nei giorni scorsi, a seguito del grande successo ottenuto con l’intervista dal titolo “Il medico alleato del paziente” a Stefano Arcieri, Professore aggregato di Chirurgia presso la Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Università di Roma “Sapienza”, abbiamo “lanciato” la nostra nuova rubrica che permetterà agli utenti di inviare domande al Professore, su varie patologie: egli si è dimostrato disponibile a sciogliere dubbi e incertezze dei pazienti e pertanto potrete inviare le vostre domande al suo blog http://stefanoarcieri.wordpress.com/ o alla nostra redazione@riverflash.it.
Iniziamo quindi affrontando il problema della trombosi emorroidaria in gravidanza.
Problemi di natura emorroidaria si manifestano in circa il 70% delle donne in gravidanza.Le emorroidi sono tumefazioni dei plessi venosi che divengono dilatati ed ectasici e tendono a prolassare cioè fuoriuscire verso l’esterno del canale anale saltuariamente o in modo definitivo.
Pubblichiamo di seguito una breve intervista realizzata con il professore:
Perché la trombosi emorroidaria si manifesta soprattutto nel periodo della gravidanza?
“Perché aumenta il volume dell’utero (ciò provoca un aumento della pressione venosa nello scavo pelvico) e in piccola parte dalla variazione dei livelli ormonali (progressivo aumento degli estrogeni e in particolar modo del progesterone), soprattutto fino alla ventesima settimana di gestazione”.
Esiste la prevenzione su questo tema e in cosa consiste?
“Per evitare il rischio di trombosi emorroidaria in gravidanza, occorre correggere fin da subito i fattori predisponenti ad iniziare dallo stile di vita; quindi è fondamentale praticare una regolare attività fisica, con un giusto apporto di fibre con la dieta ed un adeguata introduzione di liquidi (almeno 2 litri d’acqua al giorno). Inoltre è importante avere un’ appropriata igiene locale con detergenti a PH acido e soprattutto procedere alla correzione della stipsi con l’utilizzo di integratori di fibra, che aumentano il volume fecale, qualora l’alimentazione ne fosse carente”.
Ma qual è il momento scatenante l’insorgenza della trombosi emorroidaria in gravidanza?
“Sicuramente il parto che rappresenta l’evento precipitante, specie se risulta difficoltoso, in quanto aumenta in maniera considerevole il rischio della trombosi emorroidaria, condizione per la quale si verifica, a livello del tessuto emorroidario prolassato (in conseguenza di stasi venosa il sangue ha difficoltà a risalire per la presenza soprattutto dell’ingombro dovuto al feto che comprime i vasi), la formazione di veri e propri trombi (il sangue si coagula a causa della stasi) che causano dolore non sopportabile alla defecazione e continua sensazione di corpo estraneo a livello anale, con prurito e bruciore.
E se questi disturbi peggiorano durante la gravidanza, come ci si deve comportare?
“Qualora i disturbi in questione in gravidanza diventino tali da peggiorare la qualità della vita, è d’obbligo consultare uno specialista proctologo: una cattiva diagnosi tardiva o ancora più una sbagliata terapia in caso di trombosi emorroidaria in gravidanza provoca un peggioramento sensibile della sintomatologia dolorosa! Questo perché non possono essere applicate né in gravidanza, né durante il successivo puerperio e l’allattamento, pomate cortisoniche lenitive in loco, ma è comunque possibile con opportuna terapia flavonoica e con una riduzione manuale specifica del prolasso emorroidario (effettuata da uno specialista) migliorare in maniera efficace la sintomatologia dolorosa legata al prolasso e alla trombosi emorroidaria”.
Solo in seguito e in vista di ulteriori gravidanze, sarà opportuno preventivamente correggere chirurgicamente il prolasso emorroidario (oramai indotto) che sicuramente darà nuovamente problemi.
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