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BASKET NBA: Triste Natale per Bargnani e Belinelli. Oklahoma, Miami e Portland super!

AG.RF.(Daniele Mulas).27.12.2013 (ore 17,41)
riverflash – E’ Natale ma l’NBA non si da un attimo di respiro. Vuoi per sponsorizzare le nuove ( “Orribili” come le definisce Nowitzki) maglie a mezza manica, vuoi perché negli States la tradizione è sempre la tradizione, la palla arancione a spicchi è continuata a roteare anche nelle festività. Natale amaro per i nostri connazionali Bargnani e Belinelli (Datome giocherà questa notte), che perdono rispettivamente contro Oklahoma e Houston. Felicità  a Miami e a Portland. Crisi senza fine per Brookyn.

Los Angeles Lakers vs Miami Heat 95 – 101
Non è stata la tranquilla gita in quel di Los Angeles che Miami si aspettava. Il ritorno di Jordan Farmar non ha ridato ai Lakers solo un playmaker, ma anche la speranza che questo sfortunato periodo possa finire. La novità a Miami è che stavolta la differenza non la fa il solito LeBron (0/7 da fuori),  ma le altre due stelle, Dwyane Wade e Chris Bosh, che insieme mettono a referto la bellezza di 46 punti. I Lakers senza Bryant (“Senza di lui non è lo stesso“, dice LeBron, che ha abbracciato l’infortunato Black Mamba all’intervallo) riescono comunque a tenere testa ai campioni in carica: Meeks segue le indicazioni di coach D’Antoni, mettendo a segno 4/10 tiri da tre e portando a casa 17 punti. Dalla panchina l’ormai solito Young, che viaggia ad una media di 20.8 punti a partita, porta altri 20 punti (3/11 da due, 4/7 da tre, 2/2 tiri liberi).  A far inciampare i Gialloviola, che hanno perso 5 volte su 5 a Natale contro Miami, sono state la mira (41,8% dal campo) e la difesa. E dire che avevano persino cominciato meglio di Miami, ma sessantacinque punti dai Big Three (23 Bosh, 23 Wade, 19 James) hanno fatto il resto, con il 51,3% al tiro, e 58 punti in area. E’ così che Miami (22 vinte-6 perse in stagione) batte i Lakers (13-16) mettendo le mani sul proprio regalo di natale: la sesta vittoria consecutiva.

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New York Knicks vs Oklahoma City Thunder 94 – 123
Il basket nella Grande Mela aveva prodotto numerose aspettative quest’anno, ma arrivati ormai alle porte di quello nuovo, possiamo dire con fermezza che i Knicks stanno fallendo. E’ vero che mancava Carmelo Anthony, ma questa non è sicuramente una scusante su come Oklahoma possa aver fatto quello che voleva al Madison Square Garden, cogliendo la 23esima vittoria in stagione. A dominare la scena, tanto per dire due nomi a caso, ci sono Kevin Durant e Russell Westbrook. Kevin nel primo quarto ne piazza già 14 dei suoi 29 totali, facendo capire fin da subito la piega della partita. Westbrook (14 punti, 13 rimbalzi e 10 assist) riesce a realizzare la settima tripla doppia della sua carriera, diventando il quinto giocatore nella storia della NBA a completare una tripla doppia il giorno di Natale. Anche Ibaka compra un biglietto per il festival del canestro, e in 27 minuti giocati segna 24 punti. I Knicks non entreranno mai in partita, consegnando di persona il pacco natalizio agli avversari. Opaca la prestazione di Bargnani, con soli 9 punti 2 rimbalzi e 1 assist in 16 minuti.

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Brooklyn Nets vs Chicago Bulls 78 – 95
L’altra metà della Big Apple è sicuramente il flop team di questa stagione: il roster più costoso della NBA con 102,2 mln di dollari di monte ingaggi e 87,2 mln di luxury tax, ha raggiunto il misero record di 9 vittorie e 19 sconfitte. Il gruppo pieno zeppo di stelle (e mai diventato squadra), raccoglie la sua quarta sconfitta di fila proprio nel giorno di natale, contro una Chicago umile e vogliosa. I Bulls infatti trovano in Kirk Hinrich e Jimmy Butler, le due guardie titolari da quando si è infortunato Derrick Rose. Brooklyn approfitta delle 6 palle perse nei primi 9′ di Chicago per andare sul 18-11, ma i Bulls ritrovano ritmo quando Thibodeau manda in campo Gibson e si riportano in partita con un parziale di 9-0. Anche ai Nets la panchina fa bene, ma poi i padroni di casa si fermano di colpo e Chicago scappa con super Gibson sul 31-39. Williams (18pts, 4 ass) prova a tenere a galla la squadra di coach Kidd, ma il totale black-out del terzo quarto manda la partita agli archivi in favore degli ospiti, che affondano Brooklyn grazie ai colpi di Gibson (20pts), Boozer (14 pts) e Butler (15 pts). Chicago piano piano sta trovando la sua forma senza Rose, e questa seconda vittoria consecutiva ne è una prova: la partita si costruisce con la difesa (solo Indiana meglio dei Bulls quest’anno) che esce fuori nei momenti centrali della partita; in attacco con Hinrich, Butler e Gibson in questa forma si sopperisce all’infinito estro di Derrick Rose, producendo gioco e punti.

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San Antonio Spurs vs Houston Rockets 98 – 111
I Rockets incerottati (mancano per infortunio Beverley, Asik e Smith), si prendono una grandissima vittoria nel derby texano. Nel primo quarto a incantare è l’ala di Houston, Chandler Parsons (completo di nuova acconciatura: capelli rasati per solidarietà al piccolo Patrick Hobbs-DeClaire, 10 anni e una bastarda malattia da vincere), che gioca i primi 12 minuti in maniera impeccabile: 14 punti con 4/4 da fuori e 5/6 in totale dal campo. Gli Spurs sono asfaltati dall’energia dei Rockets, tanto che dopo 3 minuti Popovich deve inserire Ginobili che firma tutti e 9 i punti di San Antonio. Ma Houston è implacabile, e infilando un break di 13-0 conclude il primo quarto sul 25-16. A fine primo tempo i Rockets raggiungono quota 40 punti, distribuendo ben 13 assist con 6/9 da fuori. La panchina di San Antonio è un fattore, e nel terzo quarto i padroni di casa provano a risalire in cattedra con Belinelli che inizia bene (tripla e assist per Splitter) e Ginobili. Nonostante la stanchezza di Houston e il 4° fallo di Howard, gli Spurs non riescono a bloccare le ali Biancorosse che portano i Rockets sul +8.
Oltre ai problemi difensivi, il solo 25% da tre di San Antonio consente alla difesa avversaria di non allargarsi troppo, e neanche l’ottava doppia doppia (11 pts 14 rim) nelle ultime nove partite di Tim Duncan può fermare il James Harden show: 11 punti di fila, con la super tripla del 100-90 con la mano di Belinelli in faccia. Jones completa arrivando a 21 punti a 1’43 dalla fine dopo il ventesimo rimbalzo di Howard. E’ Game Over per San Antonio che perde ancora una volta contro una grande.

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Portland Trail Blazers vs Los Angeles Clippers 116 – 112 (dts)
La pazienza è la virtù dei forti. I forti in questo caso sono i Blazers, che dopo aver costruito il loro bel vantaggio, si vedono recuperare a partita finita da quei dispettosi uomini in maglie azzurre. Su tutti CP3, Chris Paul.
Quando Lillard mette a tacere gli avversari con la tripla per il +11 nell’ultima ripresa, gli ospiti sono ben lontani dall’aver concluso il loro gioco: dopo la tripla di CP3 ne arrivano altre 3 in pochissimo tempo, che servono a mettere insieme un parziale di 11-0 chiuso da Jamal Crawford. Paul continua a macinare gioco negli ultimi secondi, portando altri 8 punti per i Clippers e seminando il panico nella difesa di Portland: +3 Clippers, timeout Blazers con 9 secondi da giocare. In difesa gli uomini di Doc Rivers perdono Nicolas Batum che allo scadere non perdona. Tripla e parità, si va all’over time. In questi minuti extra di gioco il padrone è il fenomeno LaMarcus Aldridge, che con il suo tiro in allontanamento è imprendibile per Griffin. Il lungo di Portland segna 7 punti, Griffin stesso ha la possibilità di riportare i suoi a +1 a 30 secondi dalla fine (sul 110-109), ma sbaglia. Mentre i Clippers lamentano un fallo che non arriva, Batum, Lillard e Matthews scrivono la parola fine dalla lunetta. Vittoria Portland, prima squadra della Lega.

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