AG.RF.(MP).27.09.2014
“riverflash” – E’ la prima volta in Italia. Alla Città della Salute di Torino e all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, è stata sperimentata con successo, la dialisi polmonare. Di cosa si tratta? Di un metodo che si avvale di nuove tecnologie mini invasive per depurare il sangue dall’anidride carbonica abbattendo il rischio di decesso durante l’intubazione. “Se confermato, si tratta di un metodo da premio nobel”, ha commentato il professor Marco Ranieri, responsabile delle terapie intensive della Città della Salute”. I pazienti che soffrono di broncopneumopatia cronica ostruttiva e giungono in pronto soccorso con grave difficoltà respiratoria, vengono trattati con la ventilazione non-invasiva, cioè con una maschera collegata ad un ventilatore meccanico che applica volumi di aria che rimuovono l’anidride carbonica da polmoni e riducono la fatica respiratoria. Tuttavia, capita spesso nel 25-50 per cento dei casi, che ciò non sia sufficiente e i malati devono essere intubati, aumentando così il rischio di morte fino a 100 volte. Per la loro sperimentazione gli specialisti hanno preso in esame 25 pazienti con BPCO un sistema mini-invasivo di “dialisi polmonare” che depura il sangue dei pazienti dall’eccesso di anidride carbonica mediante un sistema brevettato che comprende un ossigenatore ed un emofiltro in vena. I ricercatori hanno dunque dimostrato come l’applicazione della “dialisi polmonare”, abbattendo i livelli di anidride carbonica nel sangue, abbia significativamente ridotto il rischio di intubazione e le conseguenze negative che ne derivano. L’uso della “dialisi polmonare” ha ridotto l’incidenza di intubazione dal 33 al 12 per cento e la mortalità, dal 35 al 7. La Bpco è destinata a diventare nel 2015, la terza più frequente causa di morte nel mondo occidentale, con una mortalità che varia tra il 30 ed il 50%.
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