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TERZA DOSE VACCINO: E’ EFFICACE? QUANTO DURA? L’OPINIONE DELL’EMA

AG.RF.(redazione).06.10.2021

“Richiamo va dato a chi serve, ma decidono gli Stati”

“riverflash” – Durante un incontro con la stampa, Marco Cavaleri, responsabile dei Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Ema, ha dichiarato che la terza dose del vaccino covid potrebbe rivelarsi efficace per un periodo più lungo e fornire una protezione superiore rispetto a quella della seconda dose.

Tuttavia non c’è ancora un’opinione precisa in merito anche specialmente per la terza dose anti-covid ,Pfizer e Moderna, autorizzata dall’Ema, per immunodepressi e over 18, ma tutto ciò rischia di non trovare unità con l’Unione Europea.

“Siamo in dialogo con tutti gli Stati membri e sappiamo che almeno 10 hanno già deciso di dare le dosi ‘booster’. Anche noi riconosciamo che le raccomandazioni” di questi Paesi sulle strategie per la terza dose “non sono sempre esattamente le stesse, e che “ci sono già approcci un po’ diversi sull’uso del booster”, ha aggiunto Cavaleri, “Quello che da parte nostra possiamo dire è che è importante che si utilizzi in popolazioni per le quali c’è almeno una chiara indicazione” della necessità di un richiamo. “Tenteremo ancora di allineare il più possibile gli Stati membri sull’utilizzo” di questo strumento, “ma in questo momento è molto impegnativo entrare in questo terreno di discussione su quale popolazione dovrebbe ricevere la dose booster oppure no, perché questo è normalmente il tipo di decisione che viene presa a un livello nazionale o anche locale”.

Dunque, il rapporto rischio-beneficio del booster è positivo e che certamente è importante e l’indicazione è quella di dare le dosi le dosi alle popolazioni per le quali c’è almeno una chiara indicazione. “Occorre ora continuare a  raccogliere dati sulla cinetica anticorpale nel tempo, in ogni gruppo di popolazione perché possono esserci differenze fra anziani e giovani. Anche se al momento “stiamo vedendo un aumento di anticorpi abbastanza omogeneo in diverse popolazioni. Va ricordato che lo studio più ampio che guarda formalmente alla terza dose è stato ristretto a una popolazione di 18-55 anni. Negli anziani abbiamo dati estremamente limitati”, ed essendo tali non vengono considerati per le informazioni di prodotto. “Ma quello che vediamo da questi dati – ha aggiunto – è che gli anziani non mostrano alcuna significativa differenza in termini di anticorpi suscitati dal booster rispetto ai giovani. Anche rispetto alla neutralizzazione delle varianti di preoccupazione come Delta”.

Fonte Adnkronos

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