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TECNICA DI BASE NEL CALCIO: NOSTALGIA DEGLI «ABATINI» CHE ACCAREZZAVANO IL PALLONE

(riverflash) – Il calcio in Italia ha subito una involuzione negativa nei fondamentali della tecnica individuale, specialmente negli anni 70 dove, con la delusione della finale persa in Messico con il Brasile di Pelé, si cerca una soluzione contronatura alla nostra genetica latina: il calcio totale o fisico, tattico, e noioso se fatto male. Non si cercano più, nei campetti di periferia, nei campi improvvisati, nei cortili, i talenti necessari per risorgere.Non si sogna più con Rivera, Mazzola,De Sisti, Corso, Bulgarelli, Meroni, Facchetti, Causio, Scirea e compagni.

Trionfa il tatticismo di Sacchi dove un genio come Baggio deve adeguarsi al verbo ortodosso di questo allenatore che vince molto con il Milan (farcito di stranieri) ma è perdente con la Nazionale. Un altro esempio tangibile è la Via Crucis del crack Totti con Zeman, che prostituito dai suoi deliri paranoici e totalitari ingabbia in un labirinto uno dei più grandi giocatori della storia del calcio mondiale. Ricordiamo il grande giornalista Brera, forse il primo imputato nella debacle tecnica dei nostri calciatori, il quale chiamava Rivera l’abatino. Proclive al calcio ruspante di Rocco, tutto sudore e niente classe, si permette, con la sua penna, senza dubbio magica, ad influenzare le masse, ai nuovi allenatori, agli appassionati, con una teoria personale che il nostro calcio deve essere, operaio, volitivo, fisico e pratico.Dopo Brera l’Italia ha vinto due campionati del mondo ed una finale persa con il Brasile. Se analizziamo, nel mondiale di Spagna 82 si gioca bene con il Brasile e la finale con la Germania,in queste due partite l’Italia si libera dei tatticismi e sfoga, con i suoi talenti Conti, Antognoni e Rossi, l’estro represso.In Germania 2006 si gioca male e si vince ai rigori. È il nostro carattere ad avere la meglio. Oggi, ad un anno dai mondiali, dovremmo prendere l’esempio della Spagna che con dei giocatori molto tecnici, ma con un fisico da impiegati di banca, dominano il mondo calcistico perche il loro DNA dice: far girare la palla, come in un torello. Tourbillon per trovare sempre un uomo smarcato. Allenarsi con il pallone, per conoscerlo, dominarlo, innamorarlo. Palleggiare fino alla nausea…dopo correre. Il calcio della Spagna e’ un calcetto ben fatto con ricami e delizie per palati esigenti. È un calcio da vedere e commentare, è l’essenza dell’arte trasformata in gioco.

di Corrado Gelardini  (AG.RF  25.06.2013)

 

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