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TEATRO DELL’OPERA: SINDACATI IN SCIOPERO, SALTA LA PRIMA CON MUTI

AG.RF. (MP). 25.11.2013

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“riverflash” – La prima dell’opera “Ernani”, diretta da Riccardo Muti, in programma per il prossimo 27 novembre, non andrà in onda. Il motivo? La proclamazione di uno sciopero da parte delle organizzazioni sindacali. Immediate le reazioni da più parti, prima tra tutte quella del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti il quale sta provando in tutti i modi a non far saltare l’appuntamento. “ mi auguro proprio che questo non avvenga; lo sciopero porterebbe alla rovina con un danno innanzitutto per i lavoratori”. Attualmente il presidente sta procedendo con una serie di consultazioni con il ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, per scongiurare la decisione di di sospendere le attività del Teatro dell’Opera. “E’ chiaro a tutti, che i tre soci fondatori vogliono procedere al rinnovo della governance del Teatro dell’Opera nel mese di dicembre, operando la scelta migliore nell’interesse della funzione artistica che, grazie alla direzione del maestro Muti, ha raggiunto negli ultimi anni altissimi livelli di eccellenza”, gli fa eco il Sindaco di Roma, Ignazio Marino: “La Regione Lazio ha confermato che verserà al Teatro dell’Opera le risorse che non sono state erogate dall’amministrazione Polverini negli anni 2011 e 2012 e questo risolverà ogni problema, per questo occorre evitare ogni forma di strumentalizzazione”. Ciò risolverà qualsiasi problema contingente”, ha aggiunto Marino. “Questo però non significa che nella visione dei tre soci fondatori non ci sia una volontà determinata di innalzare il livello artistico e di dare, allo stesso tempo, attuazione a una severa, intelligente e rigorosa spending review rispetto alla gestione economica di una delle più importanti istituzioni culturali di questa città e del Paese”. Nel frattempo la Regione Lazio, sta saldando i contributi spettanti al Teatro dell’Opera (secondo le scadenze programmate), che erano bloccati dal 2011. Nello specifico, in riferimento all’anno 2011, il debito certificato ammonta a 3 milioni di euro da pagare entro il 30 giugno 2014, come previsto dal Dl 35/2013. Tale somma è immediatamente smobilizzabile grazie all’Accordo ABI sottoscritto il 13 novembre scorso. Per l’annualità 2012 il debito ammonta invece a 2.550.000 euro di cui 1.550.000 sarà saldato entro la fine del 2014, o al massimo all’inizio del 2015 (anche queste sono risorse finanziarie smobilizzabili attraverso l’accordo sottoscritto con l’Abi), il milione di euro restante sarà pagato in una unica tranche nel corso del 2015. Pubblichiamo di seguito il comunicato integrale dei sindacati in merito alla mobilitazione organizzata per i prossimi giorni: “L’odierna assemblea dei lavoratori del Teatro dell’Opera di Roma, convocata a seguito dello stato di mobilitazione in corso, ha apprezzato le dichiarazioni del ministro Bray apparse oggi sulla stampa relativamente al suo interessamento alle sorti del Teatro dell’Opera – fanno sapere in una nota le rappresentanze sindacali aziendali Slc-Cgil, Fials-Cisal, Libersind-Confsal – ma ha altresì evidenziato come il problema concreto sia il grave ritardo con cui gli altri soci fondatori (Comune e Regione) fanno arrivare il loro contributo già approvato nel bilancio previsionale nelle sedute del C.d.A.». «A causa di ciò, al momento, mancano addirittura le coperture finanziare per l’erogazione degli stipendi di novembre e dicembre. Non risulta pervenuto neppure il versamento di 1 milione di euro necessario alla copertura dei contributi Inps, già annunciato come effettuato oltre una settimana fa dal Campidoglio e confermato per le vie brevi dall’assessore Flavia Barca negli incontri di questa settimana». «Èevidente che in tali condizioni risulta impossibile poter andare in scena con la indispensabile serenità. L’assemblea, stante il vigente stato di agitazione, ha pertanto dichiarato l’astensione dalle prestazioni lavorative in concomitanza con tutte le recite programmate di “Ernani”. I lavoratori non intendono accedere per nessun motivo alle procedure previste dalla legge 112/13 per l’indotta mancanza di liquidità causata dal mancato rispetto degli impegni assunti dai soci fondatori. Come già comunicato all’assessore Barca si ribadisce la richieste di un immediato tavolo istituzionale con Campidoglio e Regione Lazio per fare chiarezza sul reale progetto circa il futuro del Teatro dell’Opera di Roma come centro di produzione nazionale di eccellenza di Lirica e Balletto”.

Fonte: il Messaggero

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