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SVELATI I SEGRETI DEL PAPA: ARRESTATI UN UOMO E UNA DONNA PER FUGA DI NOTIZIE

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AG.RF.(MP.03.11.2015

“riverflash” – Una fuga di notizie: e così sono finiti in carcere, la componente della Cosea, Francesca Immacolata Chaouqui, 33 anni, una laica, (già scarcerata perchè ha collaborato con le indagini) e , monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, spagnolo, 54 anni, dell’Opus Dei, già segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede. Papa Francesco è stato subito informato e ha dato la sua approvazione. Si tratterebbe di un nuovo caso Vatileaks, a distanza di 3 anni e mezzo da quello che portò in cella l’ex maggiordomo papale Paolo Gabriele per i documenti trafugati nella segreteria di Benedetto XVI. Dopo 6 mesi di indagini, dunque, la Gendarmeria vaticana indagando sulla sottrazione e  divulgazione di carte riservate, ha reso noti i clamorosi che sviluppi si sono concretizzati tra sabato e domenica. E così, monsignor Balda e la Chaouqui, sono stati convocati dalle autorità vaticane, per essere interrogati. La donna ha subito collaborato con le autorità, respingendo tutte le accuse che le sono state mosse, facendo immediatamente cadere l’esigenza di custodia cautelare, mentre Balda è rimasto in carcere. Tuttavia in Vaticano, le prove acquisite, vengono giudicate molto “forti” e “concrete”. Ma come è nata l’inchiesta? Gli accertamenti della Gendarmeria avevano preso le mosse dalla pubblicazione di documenti riferibili alla Cosea già in inchieste sull’Espresso del giornalista Emiliano Fittipaldi, poi ulteriormente incentivati e anche accelerati dalla pubblicazione a giorni, entrambi il 5 novembre, del volume dello stesso Fittipaldi “Avarizia” (Feltrinelli) e di “Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi (Chiarelettere), quest’ultimo già autore di quel “Sua Santità” con le carte fornite da Gabriele nella Vatileaks numero uno. La divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla legge n. IX del Vaticano, del luglio 2013, che ha introdotto l’art. 116 bis nel Codice penale d’Oltretevere, punendolo con la reclusione fino a otto anni. La Santa Sede ha inoltre rilevato che che i libri annunciati, “anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata”.

Fonte: Sky TG24

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