STUDIO AMERICANO: SE TI FAI I SELFIE, TI MANCA L’AUTOSTIMA

AG.RF.(MP).05.04.2014

“riverflash” – Conoscete i selfie? Quegli autoritratti fotografici “fai da te”, che generalmente si fanno da un palmare o un cellulare? Ecco, fare i selfie da soli, come si dice in gergo, non è una manifestazione innocua dell’era digitale, ma cela dietro di sé, un serio disturbo, legato alla mancanza di autostima e anche alcune lacune nell’intimità. Ad evidenziarlo è l’American Psychiatric Association che ritiene la moda di ritrarsi in  fotografie, poi pubblicate in rete, un fenomeno serio e da non sottovalutare, per chi si dedica a questa “pratica”. La nuova patologia viene chiamata dagli studiosi, “Selfite” e secondo i membri dell’APA “chi ne è colpito soffre di un desiderio ossessivo compulsivo di realizzare fotografie di sé stesso per poi pubblicarle online, pratica messa in atto però per compensare la mancanza di autostima e anche per colmare lacune nella propria intimità”. Ma come si fa a verificare l’intensità della patologia? Selfitis bordeline, è considerato colui che fotografa se stesso 3 volte al giorno, ma non pubblica le foto in internet; selfite acuta invece, viene definita quella “mania” di fotografare se stesso almeno 3 volte al giorno, con relativa pubblicazione; infine, vengono considerati affetti da selfite cronica, coloro che mostrano una voglia incontrollabile di scattare autoritratti durante il giorno, pubblicando poi quasi tutte le foto.Secondo gli psichiatri USA al momento non esiste una cura per questo disturbo ma sembra sia possibile ottenere miglioramenti grazie alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, siglata in inglese CBT.