di Andrea Pranovi (AG.RF. 24.07.2014) (ore 12,46) (riverflash) – I recenti conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno evidenziato ancora una volta come, al fine di comprendere gli avvenimenti che accadono nel mondo, sia sempre più importante conoscere le relazioni internazionali e i rapporti tra i paesi. Con l’obiettivo di fare chiarezza sul sistema dei servizi segreti, River Flash ha intervistato Antonella Colonna Vilasi, presidente del Centro Studi sull’Intelligence – UNI, esperta di geopolitica, scienze strategiche, sicurezza e intelligence e autrice di diversi libri, tra cui Storia dell’MI6, Storia dei servizi segreti italiani, La storia del Mossad e Storia della CIA. Il suo approccio è sia scientifico, grazie all’ausilio delle scienze storiche, sia divulgativo, in quanto è evidente il tentativo di rendere accessibile a tutti una materia complessa come l’intelligence. Antonella Colonna Vilasi ha fatto luce sul funzionamento e sulle principali operazioni dell’MI6, uno dei reparti dei servizi segreti inglesi.
Cos’è e l’MI6?
L’MI6 (Military Intelligence, Sezione 6), chiamato anche SIS (Secret Intelligence Service), è un servizio segreto fondato nel 1909 come sezione esteri del Secret Service Bureau. Quest’ultimo prima e l’MI6 successivamente non sono mai stati riconosciuti pubblicamente dal governo britannico, per oltre ottant’anni. È stata data una base normativa al servizio solo con la promulgazione dell’Intelligence Services Act nel 1994. Insieme al Security Service, chiamato anche MI5 (Military Intelligence, Sezione 5), e al Government Communications Headquarters (GCHQ), l’MI6 costituisce il cuore della comunità d’intelligence britannica. In realtà, oltre a queste tre agenzie d’intelligence ne esiste un’altra, che potrebbe essere paragonata al COPASIR italiano: il Joint Intelligence Committee (JIC), un comitato interparlamentare di controllo e di ordinamento delle altre tre agenzie, ossia un comitato congiunto che svolge un ruolo di supervisione.
Quali sono le funzioni dell’MI6?
La missione principale dell’MI6 è quella di raccogliere informazioni da fonti umane su questioni di interesse del governo britannico. L’agenzia conduce anche operazioni segrete, coperte, le cosiddette “covert operations”. Le funzioni svolte dall’MI6 la rendono molto simile nella struttura e nel modus operandi alla CIA, anche se l’MI6 è molto più antico (la CIA è nata nel 1947). La missione dell’MI6 è disgiunta da quella dell’MI5, che invece raccoglie informazioni sulle minacce e sulla sicurezza in Gran Bretagna, ed ha una missione diversa da quella del GCHQ, che controlla le comunicazioni elettroniche. Oggi l’MI6 ha sede al numero 85 di Vauxhall Cross a Londra ed è diretto da un ex ambasciatore britannico alle Nazioni Unite, John Sawers. Sia il bilancio dell’MI6 che il numero dei dipendenti sono a tutt’oggi segretissimi. Sebbene la maggior parte della storia dell’MI6 sia avvolta nel mistero, il servizio ha svolto numerose operazioni nel corso degli anni. I dettagli e le relazioni al parlamento di queste operazioni sono però apparse solo di rado sulla stampa britannica fino al 1990, anno in cui per la prima volta è stato pubblicamente comunicato il nome del suo direttore.
Come è evoluto l’MI6 nel corso della storia?
Nella prima metà della guerra fredda, l’agenzia ha collaborato con la CIA per decifrare le comunicazioni della Germania Orientale e nel 1953 ha contribuito in Iran al rovesciamento del governo di Mossadeq, eletto democraticamente, a cui ha fatto seguito il ritorno dello Scià. La scoperta di alcune spie sovietiche infiltratesi nel governo inglese è stato un durissimo colpo alla credibilità e alla compattezza dell’agenzia durante il periodo della guerra fredda. Ai giorni nostri è molto aumentato l’impegno da parte dell’MI6 in attività antiterroristiche, mentre, a seguito della fine della guerra fredda, è diminuita l’attenzione nei confronti della Russia e dell’ex blocco sovietico. Le operazioni dell’MI6 in corso sono sconosciute, ma continuano presumibilmente nella direzione della collaborazione con la CIA.
Qual è stata una delle principali operazioni dell’MI6?
L’operazione “Ajax”, una delle più misteriose dell’MI6, fu un colpo di stato organizzato dall’MI6 insieme alla CIA. Il motivo dell’operazione risiede nell’esistenza di una società anglo-iraniana di controllo dei pozzi petroliferi. Appena salito al potere nel 1953, Mossadeq promise al suo popolo la nazionalizzazione dei pozzi di petrolio e ciò andava contro gli interessi anglo-americani, in quanto avrebbe comportato dei problemi per il passaggio delle navi britanniche nel golfo persico e per l’accesso a basso prezzo del petrolio in Iran (che all’epoca si chiamava Persia). Il colpo di stato fu possibile anche grazie a complici lealisti e ufficiali ribelli dell’esercito iraniano e maturò per garantire il controllo occidentale del petrolio iraniano e per limitare l’egemonia dell’URSS nel paese. L’appoggio all’MI6 dei lealisti era dovuto all’insoddisfazione del clero radicale per un governo laico fomentato con la propaganda della CIA. Nel giugno del 1953 Kermit Roosvelt, agente della CIA in Medio Oriente, si infiltrò in Iran per coordinare l’operazione Ajax con lo Scià e l’esercito iraniano guidato dal generale Fazlollah Zahedi. In base a quanto organizzato a tavolino, il 16 agosto del 1953 lo Scià violò di proposito la costituzione monarchica dell’Iran, fece decadere Mossadeq e il suo governo nazionalista senza l’approvazione del parlamento e nominò Zahedi primo ministro. Il capo della guardia reale, il colonnello Nematollah Nassiri, aveva consegnato a Mossadeq un preavviso di decadenza formale, ma il colpo di stato creò molto malcontento tra la popolazione in tutto il paese. Nel giro di poche ore scoppiarono disordini di massa a sostegno di Mossadeq e lo Scià fu costretto a fuggire in Italia. Le proteste del popolo continuarono per due giorni e le statue dello Scià e di suo padre furono abbattute. Il 19 agosto del 1953 l’MI6 e la CIA progettarono la fase successiva del loro piano contro il governo nazionale di Mossadeq: quel giorno un gruppo di carri armati sfilò per Theran e circondò la residenza di Mossadeq, il quale, insieme agli altri membri del governo, in poco tempo si arrese al colpo di stato.
La storia che immagine restituisce di Mossadeq?
Mossadeq è stato una grande figura della storia dell’Iran contemporaneo, un politico con una reputazione di onestà, integrità e sincerità, che si oppose fermamente all’ingerenza britannica e, più tardi, all’influenza americana in Iran. Era un grande e appassionato oratore, al punto che i suoi discorsi sono ancora oggi letti e studiati nelle scuole iraniane. Il popolo iraniano non ha mai perdonato il colpo di stato illegittimo e sanguinoso contro il suo eroe nazionale e il suo gabinetto di governo nazionalista.
Come opera attualmente l’MI6?
All’indomani degli attentati alle Twin Towers, ai treni alla stazione di Atocha in Spagna e ai bus di linea a Londra, il governo inglese ha deciso di ridimensionare la mission dell’MI6, che ormai doveva affrontare nuove sfide, sempre più difficili. C’è stata pertanto una ristrutturazione dell’agenzia, non solo nella sua anima, ma anche nella sua organizzazione interna. È stato quindi coniato il nuovo programma “Contest”, un progetto di lotta tout court del governo inglese contro possibili attacchi terroristici sul suolo britannico. Il programma “Contest” è nato ormai da molti anni, ma di questa operazione nessuno sa niente. L’MI6 è però indubbiamente presente nei teatri internazionali mediorientali e in Nord Africa, la sua presenza è accertata in Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Siria e Libano.
In Inghilterra, in questi giorni, si sta accendendo il dibattito sul tema delle intercettazioni.
L’attuale proposta di legge sulle intercettazioni sarebbe ad uso e consumo proprio dell’MI6. Il governo inglese reputa che la sicurezza nazionale sia il fattore più importante e che quindi talvolta la privacy dei cittadini debba anche essere limitata. È lo stesso concetto del Patriot Act, la legge americana varata all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle che ha permesso la possibilità di decriptare informazioni e “spiare” e-mail, telefonate e conversazioni Facebook dei cittadini americani.
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