di Francesco Angellotti (AG.RF 14.04.2016)
(riverflash) – Le iniziative che vengono promosse a Terni sono difficili da seguire, perché talmente tante che qualcosa viene perso sicuramente, e ciò dispiace moltissimo.
Un argomento importante riguarda quel che la Storia ci ha lasciato, in quanto ci ammonisce ancora con sguardo melanconico, esprimendo monito verso la nostra incoerenza.
Quel che è l’importanza dell’Archeologia, lo ha esposto il prof. Marcello Barbanera, che non è un pirata ed, anzi, si è presentato perfettamente rasato. La sua illustrazione è stata anticipata da una visita al Museo Stabile presso il Caos, ove sono esposte bellissime testimonianze recuperate nella Zona. Infatti, vorrei rivolgermi a chi afferma che Terni vuol dire acciaierie ed ora la crisi è del centro urbano in tutto il suo complesso: Terni era un importante centro sin dall’Epoca pre-imperiale, le attività che si svolgevano erano ricche e di rilevante importanza. Le testimonianze dimostrano lo splendore di una Città che, anzi, si è avvilita solo con l’avvento dell’Era Industriale; alla quale ha replicato con l’esplosione delle Acciaierie, ma questa forma di Valori non ha avuto un bagaglio consistente, l’Industrializzazione è già un concetto superato ed altro è il Valore che bisogna rilevare. Per fortuna, Terni ne è ricca, per tradizione e per cultura, e dovrebbe solo affermarla, e non esaltarla senza cura nella divulgazione.
All’importante conferenza sono intervenuti la Soprintendente all’Archeologia dell’Umbria, Elena Calandra, che si è sforzata d’essere succinta, ma troppi erano gli argomenti che non poteva trascurare; il Presidente della Fondazione CARIT, che è un’organizzazione importantissima nella zona, che rivolge sempre la sua promozione in tutte le iniziative Culturali; l’Assessore alla Cultura Giorgio Armillei, che ha fatto un discorso veramente promozionale che andrebbe portato avanti da tutti i ternani.
Dopo questi interventi, annunciati tutti come “brevissimi”, che si sono dilungati per ampiezza della materia che avrebbe avuto bisogno ancora di molto tempo per essere ancor più documentata, il professor Marcello Barbanera ha svolto un’illustrazione troppo breve; è risultata gradevolissima per la sua organicità e per la consecuenzialità degli argomenti, ma quando si parla di certe cose, il Tempo non esiste e si vorrebbe non interrompere mai l’ascolto, che non è stato presentato in maniera Dotta, ma era di un appassionante confidenziale.
Il professore, che insegna all’Università “La Sapienza”, ha praticamente presentato il suo libro “STORIA DELL’ARCHEOLOGIA CLASSICA IN ITALIA. Dal 1764 ai giorni nostri”, edizioni Laterza. Una relazione maturata nel corso di Studi ed esperienze svolte in anni di applicazioni, di cui gli incisi presentati hanno fatto capire (un poco) come sia avvenuta l’evoluzione e cosa abbiano comportato gli atteggiamenti presi, condizionati da circostanze che, studiate, fanno scoprire molto sulla formazione della personalità e del bagaglio personale. Ed in effetti si è potuto notare quanto sia importante il discorso della Realtà di Vita nei Tempi che sembrano così lontani, per la loro istruzione riguardo il presente, e programmare il futuro. Sembra la frasetta retorica che si dice in ogni circostanza, ma il problema è proprio quello che si esprime il concetto, per metterlo da parte e continuare tranquilli nella direzione intrapresa: forse, però, impareremo a saper dare il giusto valore all’Archeologia, riuscendo a darle un Senso per il Futuro. Speriamo.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..