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I “SONETTI” DI WILLIAM SHAKESPEARE: SE L’AMORE È SPETTACOLO

SHdi Valter Chiappa

(AG. R.F. 21/07/2015) (riverflash)

Ci ha sorpreso, ieri sera, Melania Giglio. Aveva annunciato il suo spettacolo sui “Sonetti” di William Shakespeare quasi in sordina, come un intermezzo da inserire nel programma ufficiale, come un suo personale cadeaux in una stagione tormentata da gravi problemi finanziari per l’organizzazione.

Invece ieri abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale assolutamente compiuto, capace peraltro di raccontare i diversi volti dell’artista piemontese.

Innanzitutto la Melania Giglio meno nota agli spettatori del Globe Theatre: la colta autrice teatrale, che in questo testo non si è limitata a riproporre in sequenza brani della più famosa raccolta di versi d’amore del mondo, ma li ha cuciti sapientemente in modo da creare una continuità drammaturgica che raccontasse le complesse dinamiche sentimentali del grande William. Uomo dalla “mente androgina”, come è stato definito nel saggio di Samuel Coleridge, da cui lo spettacolo prende ispirazione, diviso fra la passione per il “Fair Youth”, il bel giovane dai tratti efebici (non a caso interpretato da una attrice) e l’attrazione per il suo negativo, la “Dark Lady”, carnale e lussuriosa.

Della Melania Giglio attrice c’è poco da dire, per chi da anni assiste alle sue performance sul palco del Globe Theatre. Interprete dalla forte personalità, padrona della scena, versatile e virtuosa della recitazione, nella serata di ieri ha lasciato spazio, limitandosi a fare da spalla, ai suoi bravissimi compagni di palco: Alfonso Veneroso, nel ruolo di Shakespeare, Clio Cipolletta nella parte del Conte di Southampton, il Fair Youth, e Francesca Maria che ha interpretato la Dark Lady.

Ed infine la Melania Giglio cantante. Le sue doti canore sono in verità note per chi da tempo la segue sui palcoscenici; personalmente ricordiamo un passato allestimento del “Giulio Cesare” dove, servendosi di soli profondi vocalizzi, riusciva a caratterizzare appieno la cupa atmosfera del dramma. E ieri sera è stata la cantante ad avere la parte del leone. Con una coraggiosa quanto felice sperimentazione e con grande sensibilità musicale, l’autrice ha accostato alle vicende amorose del Bardo un repertorio musicale moderno, che spaziava da Norah Jones a Amy Winehouse, da Marvin Gaye a Leonard Cohen. I brani sono stati tutti interpretati dalla Giglio che ha sfoderato una profonda e potentissima voce soul, oltre ad una interpretazione da brividi, ovviamente carica della sua cultura attoriale.

Una serata bellissima ma purtroppo per pochi, quelli che hanno vinto la romana pigrizia del lunedì sera. Nel pubblico molti attori della stagione teatrale del teatro shakespeariano (tra gli altri abbiamo riconosciuto il direttore artistico Gigi Proietti).

Attori che forse hanno voluto raccogliersi e celebrarsi, sparuti difensori di un forte assalito da ogni lato. Colleghi che hanno voluto festeggiare l’attrice guerriera, che nel momento di massima difficoltà, davanti allo spettro dell’incedere del degrado, ha voluto rispondere proponendo uno spettacolo colto e al contempo godibilissimo, come nella tradizione del Globe romano.

Consiglieremo a tutti i nostri amici questo spettacolo, in replica lunedì prossimo 27 luglio, ancora alle 21.15 e poi dal 21 luglio al 2 agosto alle 18.30.

Melania Giglio, il Globe Theatre, William Shakespeare non possono essere lasciati soli.

 

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