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Sneijder: il Galatasaray è un grande club ed è un onore essere qui

 

(riverflash) – Appena arrivato a Istanbul, Wesley Sneijder ci tiene a smentire che la lunga trattativa sia stata causata per il suo scarso gradimento a trasferirsi al club turco: “Il Galatasaray è un grande club ed è un onore essere qui”. Sul Bosforo un’accoglienza da autentica star per la mezzala olandese mentre espletava le visite mediche di rito. “ Quando ho visto tanti tifosi accogliermi all’aeroporto” – ha affermato l’ex-interista – “mi sono sentito orgoglioso, così come oggi quando tante persone mi hanno accolto per le visite mediche. È bello per me giocare in questo stadio, sono pronto a cominciare. Domani il primo allenamento con i miei nuovi compagni: sono pronto e felice. Bisogna sempre la scelta migliore, e io so di avere fatto la scelta migliore. Per me è uno dei top club, siamo ancora in Champions League. Penso che questa squadra sia una delle grandi e voglio aiutare il club a fare ancora meglio. La mia decisione è stata facile, avevo molte offerte ma quella del Galatasaray è stata la prima”.

Sneijder racconta di aver consultato gli allenatori più importanti della sua carriera perima di trasferirsi al club giallorosso di Istanbul: “Ho parlato Mourinho e con Van Gaal, sono stati loro a darmi la spinta decisiva per venire qui. Sono stati due allenatori molto importanti per la mia carriera”.

Sul ritardo nella chiusura del contratto con il Galatasaray, l’olandese da la sua spiegazione: “Avevo questioni da risolvere con Moratti, volevo sistemare tutte le questioni in sospeso con l’Inter prima di fare qualunque mossa”.

Sneijder, che indosserà la maglia numero 14 dei giallorossi di Istanbul, ha poi raccontato i motivi che, dal suo punto di vista, hanno portato al declino l’Inter dopo la stagione magica del «triplete»: “Quando vinci tutto, è difficile per non dire impossibile rifarlo. È stata la migliore stagione ma poi c’è stato un momento molto duro perché nell’Inter sono cambiate tante cose, sono cambiati tanti giocatori e soprattutto tanti allenatori. Io poi ho iniziato a giocare in ruoli diversi: non era facile. Mancavano le condizioni adatte perché io potessi giocare bene”.

AG.RF 22.01.2013

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