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SIRIA: “IL MONDO SI UNISCA A NOI”- TRUMP ORDINA RAID: LANCIATI 50 MISSILI CONTRO BASE AEREA

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AG.RF.(redazione).07.04.2017

“riverflash” – “Non si possono discutere responsabilità su uso armi chimche”. E’ stato questo il motivo per cui Donald Trump ha reagito alla strage in Siria e la sua immediata reazione è stata quella dell’aggressione. Con 59 missili Tomawok lanciati da due portaerei al largo del Mediterraneo Donald Trump a sei anni di guerra in Siria, decide di reagire con forza alla strage di Khan Sheikhoun in cui martedì mattina sono morte più di 80 persone, fra cui 28 bambini. Gli americani hanno preso di mira la base di Al Shayrat da cui, secondo le loro informazioni, erano partiti gli aerei con le armi chimiche. Prima di colpire, riferiscono fonti del Pentagono ai media Usa, sono stati avvertiti i russi i quali sono stati rassicurati sulla possibilità che i loro aerei potessero essere colpiti: “Non è questa la nostra intenzione”, è stato il messaggio di un funzionario anonimo al New York Times. Il presidente americano, ha ribadito così i motivi dell’attacco: “Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l’attacco chimico. E’ fondamentale per gli Stati Uniti prevenire e fermare la diffusione e l’uso di armi chimiche mortali: la Siria, ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu e non si possono discutere le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche”. Inoltre egli si è rivolto “a tutte le nazioni civilizzate” per chiedere di interrompere il bagno di sangue in corso ed ha “invitato” tutto il mondo a fare la stessa cosa, per mettere fine al dramma del terrorismo. Dal canto suo, la reazione siriana, da quanto si apprende dalla sua tv, ha definito il raid missilistico, “un’aggressione da parte degli Stati Uniti, i cui missili avrebbero colpito piste, velivoli e zone di rifornimento e secondo fonti militari siriane, le esplosioni avrebbero causato vittime. Ma già nel corso della giornata di ieri, era trapelata notizia che il Pentagono stesse studiando i piani per un intervento militare in Siria. L’opzione scelta da Trump – attacco mirato da una portaerei – è secondo gli esperti Usa la più restrittiva fra quelle che gli aveva messo sul tavolo il segretario alla Difesa Jim Mattis. Il Pentagono temeva che l’uso di aerei avrebbe fatto scattare la contraerea e l’aviazione russa. Ma l’azione è destinata comunque a scatenare polemiche: Trump è intervenuto senza chiedere l’autorizzazione del Congresso, come lo autorizzano a fare le leggi approvate dopo l’11 settembre, ma come aveva scelto di non fare il suo predecessore, Barack Obama, che nel 2013 fermò all’ultimo minuto un attacco militare contro la Siria – che pure aveva usato armi chimiche contro la popolazione civile – giustificando la sua scelta con la contrarietà del Congresso.

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