AG.RF.(redazione).22.04.2017
“riverflash” – “Le vaccinazioni riguardano ogni anno migliaia di persone in ogni nazione e milioni di persone nel mondo. Ognuna di queste persone può presentare, anche poco dopo una vaccinazione, un evento clinico del tutto indipendente dalla vaccinazione stessa, che spesso viene attribuito a sproposito, sull’onda di fattori emotivi o per disinformazione, alla vaccinazione”, spiega il Prof. Massimo Galli, Vicepresidente SIMIT
In occasione della Settimana mondiale delle Vaccinazioni, il commento di Massimo Galli, Vicepresidente SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano.
Nel precedente comunicato SIMIT ha già sottolineato quanto era necessario a conferma della validità, sicurezza ed efficacia della vaccinazione anti-HPV. Le considerazioni in merito agli effetti indesiderati di questa ed altre vaccinazioni e alle modalità con cui le stesse vengono rilevate, che hanno trovato ampio spazio nei media in questa occasione, necessitano tuttavia di un ulteriore commento. Una grande quantità di dati già disponibili documentano l’efficacia e la sicurezza della vaccinazione e il numero limitato di effetti indesiderati, che consistono soprattutto in dolore o arrossamento nella sede di vaccinazione. Studi anche recenti non hanno osservato un aumento della incidenza di malattie autoimmuni nelle ragazze vaccinate. L’origine internazionale e l’ampiezza di questi dati rende di scarso rilievo la discussione sulle carenze ipotizzate in merito alla rilevazione degli effetti avversi a livello locale.
Le vaccinazioni riguardano ogni anno migliaia di persone in ogni nazione e milioni di persone nel mondo. Ognuna di queste persone può presentare, anche poco dopo una vaccinazione, un evento clinico del tutto indipendente dalla vaccinazione stessa. La probabilità, ad esempio, di avere un infarto non è maggiore, a parità di età e di fattori di rischio come ipertensione, dislipidemia e fumo, in una persona che si è sottoposta a una vaccinazione rispetto a una che non l’ha fatto. Sul piano dell’impatto emotivo è invece purtroppo spesso difficile convincere che ‘l’evento’ vaccinazione non centri.
È stato calcolato che dopo aver vaccinato con un qualunque ipotetico vaccino 10 milioni di persone, siano attesi in questa popolazione 5,75 casi di morte improvvisa nell’arco delle 6 settimane successive alla vaccinazione, senza alcuna relazione causale con la vaccinazione stessa: si parla in questo caso di background rate, o tasso di sfondo. Poiché il tasso di aborto spontaneo su un milione di gravide è di circa 397 casi al giorno, ne deriva che un pari numero di gravide su un milione di vaccinate abortirebbero il giorno dopo la vaccinazione. L’allarme potrebbe essere suscitato solo nel caso si verificasse da un numero molto più elevato di eventi rispetto all’atteso. Fino ad ora, purtroppo, sono invece state interrotte o rese inefficaci campagne vaccinali a seguito dell’osservazione di casi sporadici, addirittura in numero inferiore a quanto atteso come ‘tasso di sfondo’.
È accaduto ad esempio in Israele nel 2006 durante la campagna antiinfluenzale e più recentemente in Italia, ove la diffusione mediatica di un potenziale rischio su basi del tutto ingiustificate ha comportato una marcata riduzione della adesione a questa vaccinazione. Va ricordato che anche quest’anno la grande maggioranza dei casi gravi confermati di influenza e dei decessi per influenza si è verificata in persone per cui vi era indicazione alla vaccinazione e che non erano state vaccinate.
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