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SHAKESPEARE IN GLOBE, si apre il 2 luglio la stagione del Silvano Toti Globe Theatre

globe

di Sabrina Sciabica (AG. RF. 18.06.2015)

(riverflash) –  Nel cuore di Roma, all’interno di uno dei parchi più antichi della città, si trova un gioiellino di legno edificato esattamente come il suo antico gemello, l’originale di Londra. Si tratta del Globe Theatre, inaugurato nel 2003 e costruito sul modello dell’antico teatro elisabettiano che si inaugurò nel 1576 nel quale il Bardo rappresentava le sue opere: pianta circolare aperta con un palcoscenico rettangolare e un colonnato che sorregge la tettoia sopra tre livelli di balconate. La versione italiana deve i suoi natali alla Fondazione Silvano Toti, associazione senza fini di lucro creata dalla famiglia romana di cui porta il nome; ha una capienza di 1250 posti di cui 420, come da tradizione, sono in platea come posti in piedi. La stagione teatrale, interamente dedicata a William Shakespeare, parte il 2 luglio ed è, come sempre, magistralmente diretta da Gigi Proietti. Il programma di quest’estate è stato appena annunciato e prevede, oltre ad alcuni immancabili classici, interessanti novità internazionali.

Si inizia con uno “spettacolo istituzionale”, come lo definisce il direttore artistico, e cioè il Sogno di una notte di mezza estate (dal 2 al 12 luglio), nella regia dell’indimenticabile Riccardo Cavallo.

Si prosegue con Re Lear con la regia di Daniele Salvo, già apprezzato nelle stagioni passate per il suo Otello, e ancora una volta le splendide musiche del maestro compositore Marco Podda (dal 16 luglio al 2 agosto).

Il mese di agosto sarà dedicato a Molto rumore per nulla (dal 5 al 30 agosto) che la regia di Loredana Scaramella trasforma in  “un’enorme festa” tanto che ogni anno vi è un’affluenza così numerosa che si aggiungono numerose date fuori programma.

A settembre (dal 3 al 20) il teatro di legno ospiterà l’Otello in una nuova regia: la versione di Marco Carniti ne fa “una grande metafora dell’identità e della fragilità umana, all’interno di una scenografia dominata da una serie di cancelli che formano un simbolico tunnel dove il campo di azione di ognuno si restringe fino ad arrivare ad una morte inesorabile”.

E per chiudere in bellezza, sorpresa e novità dell’anno, è la prima rappresentazione in lingua originale della The Commedy of Errors (dal 24 al 27 settembre) con la regia di Chris Pickles e la Bedouin Shakespeare Company. Formatasi nel 2012 e composta da giovanissimi attori inglesi, essa si propone di portare Shakespeare in tutto il mondo. Lo spettacolo che vedremo per la prima volta a Roma  – caratterizzato da una messa in scena molto semplice e soprattutto fedele all’originale  – verrà poi rappresentato ad Abu Dhabi, Dubai e Londra.

Oltre al teatro classico, una deliziosa chicca per gli spettatori saranno i momenti pre-spettacolo che si svolgeranno nello spazio esterno del Globe, ovvero Una mente androgina: l’amore nei sonetti di W. Shakespeare. Il progetto multiculturale di Melania Giglio, attrice, cantante e profonda conoscitrice dell’opera shakespeariana, prevede una riflessione sul tema dell’amore poiché “nessuno, come lui, ha saputo parlare d’amore accogliendo in sé il maschile e il femminile, la passione carnale e la sublimazione, la vita e la morte”. Quattro voci (tra cui la stessa Giglio) interpreteranno i più bei sonetti del poeta inglese in una ricca contaminazione musicale che andrà da Amy Winehouse a David Bowie e tanti altri.

Si preannuncia, quindi, una stagione bollente, considerato l’ottimo programma e le 56.000 presenze registrate lo scorso anno. Un interesse sempre vivo dimostrato sia dai romani che dai turisti, probabilmente consapevoli che, come scrisse in As you like il grande commediografo, “Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono altro che attori. Essi hanno le loro entrate e le loro uscite. Una stessa persona, nella sua vita, rappresenta parecchie parti” fino alla “scena finale che chiude questa storia strana e piena di eventi, una seconda fanciullezza e un completo oblio, senza denti, senza vista, senza gusto, senza nulla”. 

SILVANO TOTI GLOBE THEATRE (15)

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