Secondo OSCAR WILDE, «L’IMPORTANZA DI ESSERE EARNEST»

di Francesco Angellotti (AG.RF 15.01.2016) ore 23:16

(riverflash) – È atteggiamento comune quello di presentare la Cultura come innalzamento Intellettuale delle persone che possono, solo così, rendersi Dotte ed Autocoscienti, per sviluppare una Società Libera e Democratica. Eppure, chiacchere a parte, sappiamo che solo a Terni è stato preso accordo tra il Comune e gli Organizzatori di un Teatro, per ridurre il costo del biglietto agli alunni delle Classi Medie Superiori, onde spedirli a qualche spettacolo. Ed è stato importante vedere al Teatro Secci, nella stessa sala ove anch’io recitai anni fa, come si riempiva di giovani studenti, che avevano pagato pochissimo il biglietto d’ingresso. Ma è importante anche constatare l’Opera verso la quale sono state indotte ad assistere le Nuove Generazioni, che si stanno formando.

   Non dev’essere stata una traduzione ed un adattamento molto facile quello svolto da Federico Bellini, che si sarà dovuto impegnare a rendere una situazione reale, anche se supposta o immaginata; ed infatti, il regista Antonio Latella molto avrà chiesto nell’impostazione delle scene a Giuseppe Stellato, che per la verità ha avuto delle trovate originali e riuscitissime per i vari “cambi di scena” (però se mi avessero chiesto, avrei consigliato Daniela de Carmine, che conosco anche professionalmente, perchè mi fu moglie); importante sarà stato l’adeguamento con i costumi eseguito da Graziella Pepe, molto brava nella specialità che imposta la scena (parentesi come sopra); importante l’effetto luci, condotte da Simone de Angelis, che se ha dovuto inserire anche i suoni fuori campo, aveva un compito difficile, a cui ha assolto con ottima efficacia; molto appropriate le musiche di Franco Visioli, assolutamente armoniose con le scene.

   Tutto questa azzeccatissima troup, per mettere in scena l’opera di Oscar Wilde “L’Importanza di essere Earnest”. Pensiamo che l’intensità del contenuto, sempre molto dolce e sentimentale con uno sfondo ironico e sarcastico, sia stata sollecitato dal momento drammatico della sua vita. Infatti, Oscar, si era sentimentalmente legato al giovane e bello Alfred Douglas, anche se i rapporti omosessuali erano ritenuti un grave affronto alla Legge, nell’Inghilterra, fino al 1946. Ciò ha voluto dire che, oltre ai momenti in cui era esaltato a percepire le sensazioni oppure impegnato a superare i gravi dissidi economici, Oscar  ha dovuto vedersela col Tribunale, visto che lo avevano sbattuto in galera per pratiche omosessuali. Così, per reazione, Oscar ha scritto una commedia sull’ambiguità di Earnest; ma le fasi del processo si mettevano male, Oscar rischiava grosso. Allora, l’ultima parte è stata stralciata, perchè, non riuscita la provocazione, quel che appariva sarebbe stato troppo compromettente. Non è, però, riuscito a molto nel depennare Earnest, perchè è stato condannato a 2 anni e mezzo di lavori forzati; però, il testo completo, è stato eseguito per la prima volta solo il 12-13-14-15 gennaio 2016 a Terni, presso il Teatro Secci. L’impresa non è stata facile, 2 ore e mezza di spettacolo difficile da presentare. Grande studio deve aver fatto il regista Antonio Latella, nel riuscire a rispettare le indicazioni sulla drammaturgia e traduzione suggerite da Federico Bellini.

   Tutto perchè i dialoghi sono molto complicati, dato che oltre quel che viene esposto, bisogna lasciar intuire quel che si sottintende e, ancor più, il significato intrinseco di certi atteggiamenti. Il Testo non è racchiuso nelle parti scritte, ma queste devono lasciar intendere delle situazioni molto più sofisticate. E la scenografia, classica dell’Inghilterra nobile dei primi dello scorso secolo, è stata molto indovinata nelle combinazioni strane che riuscivano a dare conseguenzialità alla trama.

   Rifinito è il senso tra il detto e il non detto, le allusioni, i sottintesi, le induzioni, le contraddizioni in un ambiente Nobile, in cui risalta l’importanza del money. Tutta una critica sarcastica ed ironica, ma alla maniera di Oscar, ovvero molto sofisticata e rifinita. Anche se, ovviamente, viene portata avanti la situazione omosessuale come una Dimensione Naturale. Non è l’ostentazione viscida e perversa come viene sputata Oggi, che sembra l’omosessualità una provocazione utilitarista; è una cosa delicata, ma al massimo della tenerezza e dell’istintività. In questo, si svolgono anche molte scene al limite tra il provocante ed il sensuale: ma mai volgari, ed è molto importante. Sarebbe facile attirare lo sguardo col sesso buttato sfacciatamente sotto gli occhi, mentre invece non avviene mai, perchè è tutto un gioco di intese e sottintesi. Il significato non è apparente, ma non viene espresso, perchè è quel che si intuisce, nei fatti e nella sostanza.

   Non è una cosa facile presentare sul palco una commedia così. Non è recitata, è rappresentata. Bravissimi, dobbiam dire, sono stati i ragazzi del Teatro Stabile dell’Umbria; tutti giovani non oltre i 35 anni, ma preparati ed in perfetta sincronia. Francesco “Bolo” Rossini, Caroline Baglioni, Edoardo Chiabolotti, Vittoria Corallo, Caterina Fiocchetti, Stefano Patti, Ludovico Rohl, Samuel Salamone e Giulia Zeetti, hanno mostrato l’importanza di una attenta preparazione, studiata e documentata; coloro che s’improvvisano alla “come viene” ne traggano lezione. E’ importante che, tra le tante Compagnie di Teatro in tutt’Italia, il Teatro Stabile dell’Umbria sia l’unico che sceglie dove e come recitare, volgendosi ad un Regista da loro scelto. E’ sempre il contrario: Il Regista o l’Impresario scelgono la Compagnia alla quale rivolgersi; loro no, in Umbria è la Compagnia che sceglie il contorno.

   Non vi sembra una novità ammirevole?