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SCUOLA: ADDIO ALLA DAD PER GLI ALUNNI POSITIVI AL COVID

AG.RF.(redazione).29.08.2022

“riverflash” – Addio alla Dad in questo nuovo anno scolastico: niente più lezioni da casa. Motivo? Il risparmio dell’energia elettrica nelle scuole, vista la crisi che sta attraversando l’Italia e così, su indicazione del Ministero dell’Istruzione, i bambini positivi al covid, andranno regolarmente a scuola. Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione ha inviato un vademecum che contiene le principali indicazioni per il contrasto della diffusione del Covid-19 in ambito scolastico. Secondo dunque il documento elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità, a partire da quest’anno gli alunni positivi al Covid non potranno seguire le lezioni in Didattica digitale integrata, in quanto “la normativa speciale per il contesto scolastico legata al virus SARS-CoV-2, che consentiva tale modalità, cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022”. Del resto la variante Omicron, anche se molto più contagiosa sembra essere caratterizzata da un lasso di tempo di positività più breve per i contagiati rispetto alle precedenti varianti. E addio anche alle mascherine a scuola per alunni e personale scolastico, ad eccezione di coloro che sono a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 (l’obbligo decade da settembre 2022: l’obbligo resta solo per i soggetti fragili : “i genitori degli alunni/bambini che a causa del virus SARS-CoV-2 sono più esposti al rischio di sviluppare sintomatologie avverse comunicano all’Istituzione scolastica questa condizione in forma scritta e documentata, precisando anche le eventuali misure di protezione da attivare durante la presenza a scuola. A seguito della segnalazione ricevuta, l’Istituzione scolastica valuta la specifica situazione in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia per individuare le opportune misure precauzionali da applicare per garantire la frequenza dell’alunno in presenza ed in condizioni di sicurezza”. Inoltre, vengono riammessi a scuola anche i professori no vax. La crisi energetica sta mettendo in cri l’Italia intera e per affrontarla, alcuni hanno proposto di usare  la Didattica digitale integrata e di chiudere le scuole il sabato: su questo punto ci sono tante proteste: a tale proposito, il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli ha dichiarato: “Anche la scuola deve fare la sua parte, come tutti noi: non è pensabile che si sottragga ma qualsiasi misura si decida di prendere per risparmiare metano ed energia elettrica, questa non deve pregiudicare il diritto allo studio né deve essere lasciata alla decisione della singola scuola”. Al vaglio anche la chiusura delle scuole il sabato, con la redistribuzione delle ore negli altri giorni della settimana o con l’utilizzo della Dad, un giorno alla settimana da ottobre ad aprile. “Noi siamo pronti a considerare anche questa opzione purché sia per tutti gli istituti. Questa soluzione se usata bene può essere utile – ha proseguito Giannelli -. Si tratta di una soluzione temporanea, per l’inverno soltanto, che certo comporterà uno sforzo organizzativo per evitare i problemi che ci sono stati durante la pandemia”. Ma per la Dad c’è il no secco di M5s e FI: Conte a tale proposito ha dichiarato: “I nostri ragazzi hanno già dato. È una generazione che ha già sofferto di un’offerta formativa compromessa e di occasioni di socialità mancate. Non si facciano pagare alla scuola le conseguenze della crisi energetica. Negli ultimi due anni la scuola ha subito troppo: questo deve essere l’anno della piena normalità, della ripartenza e del rilancio” .Dello stesso avviso la vicepresidente del gruppo Forza Italia (FI) al Senato, Licia Ronzulli. “Bisogna evitare a tuti i costi che le conseguenze della crisi energetica si ripercuotano sugli studenti. E’ già accaduto con il Covid ed è stato un errore enorme, perché con la chiusura delle scuole e la Dad i nostri ragazzi hanno perso competenze che sarà difficile recuperare e hanno dovuto rinunciare a un luogo fondamentale per la loro socialità. La didattica a distanza non è una soluzione, ma una scappatoia, la politica deve dare risposte serie e concrete, non prendere scorciatoie”.

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