AG.RF redazione 07.11.2015 (ore 15:30)
(riverflash) – Abbracciando il progetto Seven to Stand, e avendo deciso di seguirne gli esiti, facciamo un’altra visita alla Clinica di Terni del dott. Pierluigi Proietti. Incontriamo oggi una persona speciale la dott.ssa Roberta Pirone, che combatte giornalmente la sclerosi multipla con coraggio, determinazione e dignità; ci fermiamo con lei per farle alcune domande e di seguito riportiamo la conversazione.
(RF) Dott.ssa Pirone di cosa si occupa nella vita?
(Pirone) Gestisco l’Immagine aziendale e il sito Web della società per cui lavoro.
(RF) Lei soffre di sclerosi multipla da molto tempo?
(Pirone) Quando ho avuto la diagnosi, avevo circa 12 anni, ora ne ho 36.
(RF) Questa malattia le ha impedito di svolgere le sue attività?
(Pirone) Per alcuni anni ho dovuto ridurre l’orario di lavoro, ma nonostante la fatica fosse ormai la mia mia compagna di vita, ho cercato di fare tutto, sempre.
(RF) Quali cure ha tentato nel tempo e con quali esiti?
(Pirone) Ho provato più o meno tutto, tranne i chemioterapici che ho evitato accuratamente. Negli anni però la mia situazione è peggiorata lentamente e inesorabilmente. Dopo un decennio di interferoni e poi il disastro della terapia chelante, gli ultimi tentativi che mi hanno fatto recuperare un po’ di energie e di speranza sono stati le angioplastiche e la resezione dell’omoioideo.
(RF) Come ha conosciuto il protocollo Seven to Stand?
(Pirone) E’ stato un combinarsi di segnalazioni ricevute da più persone che nulla condividevano. Ci crede ai segnali della vita? Beh, io sì e ho fatto bene ad ascoltarli!
(RF) E’ stato impegnativo applicare il protocollo?
(Pirone) Per fortuna no.
Accanto all’ assunzione del farmaco era previsto un intervento sostanziale nel campo alimentare e nell’ assiduità all’
attività fisica. La mia alimentazione era già tendenzialmente quella consigliata, quindi si è trattato solo di limarla ancora un po’. Inoltre, ho ripreso con grande piacere il movimento. Ho un passato da sportiva, ma lavorare per anni sperando al massimo di rimanere più o meno stabile è stato demoralizzante.
Ora a seguito dell’impegno e della costanza si notano benefici evidenti ed è decisamente più incentivante proseguire in questa direzione!
(RF) Ha avuto dei giovamenti? Se sì, ce ne può parlare?
(Pirone) Ne ho trovati, e finalmente, aggiungerei! Ho riconosciuto movimenti che avevo dimenticato, sperimentandoli con la naturalezza del bambino e assaporandoli con la consapevolezza dell’adulto. Il tutto condito da un’incontenibile energia, derivante anche dalla rinnovata fiducia.
La perseveranza e la testardaggine nel non mollare mai senza arrendersi all’ inevitabile sono state premianti. Paragonerei questa patologia a una palude: tanta fatica solo per rimanere a galla, rischiando comunque di sprofondare in ogni momento. Ora l’acqua è meno torbida e si può ricominciare a nuotare!
(RF) Pensa che il protocollo Seven to Stand sia una soluzione alle problematiche legate alla sclerosi multipla?
(Pirone) Penso che il protocollo Seven to Stand sia il trampolino che permette di rituffarsi nella vita. Appunto, è solo il trampolino ed è stato fondamentale. Ma ora bisogna saltare e impegnarsi nella traversata.
Ringraziandola per la disponibilità a raccontare la sua preziosa esperienza, incoraggiando tutti coloro che soffrono le stesse difficoltà, le auguriamo di migliorare sempre più e mantenere questa forza e risultati nel tempo.
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