AG.RF.(MP).06.10.2016
“riverflash” – Il quesito inserito nella scheda del Referendum costituzionale, è uno spot pubblicitario, incompleto e fuorviante, a favore del Governo, che ha preso l’iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che “non meritano di essere ingannati in modo così plateale”. La pensano così, Beppe Grillo e la Sinistra Italiana che hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il testo inserito nella scheda da votare il 4 dicembre, mentre Matteo Renzi sottolinea che “questo quesito è quello che la legge prevede per la riforma costituzionale e su cui sono state raccolte le firme da entrambi i fronti”. Ed è con questa idea, che Beppe Grillo ha lasciato la Capitale, con la convinzione che a vincere sarà il fronte del “no”. Tuttavia, il ricorso al Tar Lazio è dunque contro il decreto del presidente della Repubblica con cui, indicendo il referendum per il prossimo 4 dicembre, è stato tra l’altro stabilito il quesito che dovrebbe comparire sulla scheda di votazione, hanno commentato dal fronte del sì, “i ricorrenti invece, – si legge in una nota – lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall’art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratta di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione “degli articoli” revisionati e di ciò che essi “concernono”. Il Colle parla di “Quesito ammesso dalla Cassazione” – A questo proposito, negli ambienti del Quirinale si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall’art 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento.
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