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CLAUDIO SANTAMARIA E DARIO FO RUFFIANI DELLA RAGGI, SOSTIENE VITTORIO ZUCCONI

zucconi autogolAG.RF 05.06.2016

(riverflash) – Vittorio Zucconi è un giornalista italiano che vive negli USA ed ha acquisito la doppia cittadinanza. Probabilmente se non avesse avuto il padre Guglielmo direttore de «La Domenica del Corriere» e de «Il Giorno», avrebbe scelto un’altra professione. Inizia come cronista a «La Notte» di Milano, poi passa a «La Stampa» per cui è corrispondente prima da Bruxelles e poi da Washington. Anche «La Repubblica» lo vuole quale corrispondente da Parigi e «Il Corriere della Sera» gli da l’incarico di rappresentarlo da Mosca. Il suo scoop fu la rivelazione dello scandalo Lockheed, dove erano circolate tangenti per la compravendita di aerei. Uno scandalo così forte da provocare le dimissioni dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone.

Passati i 70 anni Zucconi ha perso il colpo d’occhio del cronista, mantenendo, però, la convinzione di vederci lungo. Vedendo tanto gente riempire Piazza del Popolo al comizio di chiusura della campagna elettorale di Virginia Raggi, candidata a sindaco di Roma per il M5S, Zucconi ha twittato: “Oggi a Piazza del Popolo artisti in cerca di favori dalla futura sindaca M5S di Roma e dai registi Casaleggesi”. Ahi Vittorio come vai di fretta. Dici cose non vere, come che Virginia Raggi è la futura sindaca di Roma. I grillini sarebbero entusiasti, ma Zucconi corre e parla senza avere in mano le prove. Affermare che Claudio Santamaria, esilarante nella versione a 5 Stelle di Rino Gaetano, ha bisogno di ingraziarsi la Raggi è pura supponenza. Per non parlare di Dario Fo. Una tesi maligna senza supporti di prove. Il tocco Zucconiano sono i registi Casaleggesi, che tradotto significa un asservimento di Virginia Raggi alla Casaleggio Associati perché ha firmato un contratto, con tanto di penale salata, nel caso di abbandono dei 5 Stelle.

vittorio zucconi gallinaI primi segni di cedimento abbastanza precoci, a 45 anni. Nel 1989 Zucconi descrive particolareggiatamente per «La Repubblica» una visita negli USA di Boris Eltsin, incluso un party a cui il presidente russo si sarebbe ubriacato. A quel party, però, Eltsin, non aveva mai partecipato. Zucconi non aveva verificato le fonti. L’articolo venne ripreso anche dalla «Pravda» di Mosca, che dovette scusarsi pubblicamente il giorno dopo, e suggerì che anche «La Repubblica» si scusasse per aver condotto in errore la gazzetta ufficiale sovietica.

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