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SANITA’, STRUMENTI MAMMOGRAFIA “VECCHI” OLTRE 13 ANNI: OCCORRE ROTTAMARE

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AG.RF.(MP).26.09.2016

“riverflash” – In un momento in cui si parla tanto di prevenzione come unica e importante possibilità per il superamento di gravi patologie (solo la diagnosi preventiva può aiutare a contenere effetti spesso deleteri e irrisolvibili). Si pone in Italia, il problema degli strumenti “datati” e quindi non sufficientemente affidabili, specialmente quelli per la mammografia “vecchi” di oltre 13 anni, così come quelli per l’angiografia, che superano i 7 anni. Nel nostro Paese dunque, ci sono troppe apparecchiature diagnostiche da rottamare, anche perché inutilizzate e investire in qualità. Ad affermarlo è Assobiomedica che ha presentato al Forum della Leopolda a Firenze i dati in anteprima del censimento del parco elettromedicale italiano, su 11 categorie di apparecchiature diagnostiche. I dati indicano che l’età media degli apparecchi per mammografie convenzionali supera i 13anni, mentre quella degli strumenti di mammografia digitale raggiunge i 5,3 anni, mentre gli strumenti per angiografia, hanno una vita media ben superiore ai 7 anni. E tutti questi dati, sono al di sopra dei golden standard internazionali, tanto che l’Italia viene collocata tra i Paesi fanalini di coda in Europa per obsolescenza di macchinari elettromedicali (insieme a Portogallo e Grecia, mentre in vetta c’è la Francia). Nel caso soprattutto delle mammografie convenzionali, ci si trova di fronte ad una situazione critica, visto che circa il 74% degli strumenti ha più di 10 anni di vita operativa media. Ecco perché occorre ora, pensare ad un rinnovamento tecnologico di questo tipo di macchinari, in tutto il territorio, visto che i più “datati” e non utilizzati, risiedono in ospedali non performanti, e quindi non sono in grado di assicurare cure appropriate ed efficaci, per la “sicurezza dei pazienti. Da Firenze si sottolinea che il ministero della Salute ha pubblicato in rete i dati della rilevazione nazionale sulle grandi apparecchiature biomedicali: da oggi infatti saranno pubblicamente visibili ed interrogabili i dati di rilevazione, localizzazione e caratteristiche di 4449 macchine biomedicali complesse presenti nelle strutture pubbliche e di 2894 operanti nel privato (sia accreditato che non-accreditato).

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