AG.RF.(MP).14.10.2016
“riverflash” – Gli italiani hanno un rapporto conflittuale con i vaccini: le coperture vaccinali nazionali a 24 mesi, per il 2015 (relative ai bambini nati nel 2013), evidenziano infatti, un andamento in diminuzione in quasi tutte le Regioni e Province Autonome. L’unica eccezione è rappresentata dalle vaccinazioni contro pneumococco e meningococco che, nei due anni precedenti, avevano registrato bassi valori in alcune realtà. Restano preoccupanti invece, i dati per morbillo e rosolia, crollati negli ultimi anni, secondo quanto pubblicato dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, che dal 2016 fornisce anche i dati sulle coperture vaccinali relative alla dose booster (richiamo) in età pre-scolare, ovvero a 5-6 anni, e calcolate al compimento dei 7 anni. In particolare, se si osservano le coperture vaccinali a 24 mesi dal 2000, si nota che dopo un andamento in crescita, queste si sono tendenzialmente stabilizzate. Le vaccinazioni incluse nell’esavalente (anti-difterica, anti-tetanica, anti-pertossica, anti-polio, anti-Hib e anti-epatite B), generalmente impiegato in Italia nei neonati per il ciclo di base, avevano superato il 95%, soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per la cosiddetta immunità di popolazione (se almeno il 95% della popolazione è vaccinata, si proteggono indirettamente coloro che, per motivi di salute, non si sono potuti vaccinare). Tuttavia, negli ultimi tempi le cose sono cambiate: dal 2013 si sta registrando un progressivo calo, con il rischio di focolai epidemici di grosse dimensioni per malattie attualmente sotto controllo, e addirittura la ricomparsa di malattie non più circolanti nel nostro Paese. In particolare, nel 2015 la copertura vaccinale media per le vaccinazioni contro polio, tetano, difterite, epatite B, pertosse e Hib è stata del 93,4% (94,7%, 95,7%, 96,1 rispettivamente nel 2014, 2013 e 2012). E, sebbene esistano importanti differenze tra le regioni, solo 6 superano la soglia del 95% per la vaccinazione anti-polio, mentre 11 sono sotto il 94%. Particolarmente preoccupanti, sono infine, i dati per morbillo e rosolia “che hanno perso ben 5 punti percentuali dal 2013 al 2015, dal 90,4% all’85,3%, incrinando anche la credibilità internazionale del nostro Paese che, impegnato dal 2003 in un Piano globale di eliminazione dell’Oms, rischia di farlo fallire in quanto il presupposto per dichiarare l’eliminazione di una malattia infettiva da una regione dell’Oms è che tutti i Paesi membri siano dichiarati “liberi” dalla patologia.
Fonte: Fimmg
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