AG.RF.(redazione).25.06.2021
“riverflash” – Nell’ambito del progetto voluto dalla Sindaca Virginia Raggi, dedicato al rapporto tra moda, costume e cinema a Roma, l’attesissima performance ispirata dagli abiti disegnati da Danilo Donati per i film di Pier Paolo Pasolini
Evento trasmesso live streaming dalle 18 alle 22 su www.romaison.it, visibile fino al 27 giugno
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Un invito nel laboratorio di un artista, dove la performance nasce e prende forma a partire dall’abito, elemento narrativo e alter ego del corpo che lo indossa e lo interpreta. Quaranta costumi disegnati da Danilo Donati per i film diretti da Pier Paolo Pasolini sono il punto di partenza e il centro sensibile intorno al quale Olivier Saillard e Tilda Swinton hanno immaginato Embodying Pasolini, che sarà presentata in anteprima assoluta a Roma negli spazi del Mattatoio, domani 25 giugno 2021.
“Romaison continua a raccontare la magia del legame fra cinema e moda nella Capitale, rievocando il sogno dei film d’autore e dei laboratori di costume che rappresentano l’eccellenza locale. Con Embodying Pasolini, performance ideata e interpretata da Tilda Swinton e Olivier Saillard, che ringrazio per aver scelto Roma, iniziamo ad omaggiare questo immenso artista, regista e intellettuale a un anno dal centenario della sua nascita. E’ un appuntamento importante del progetto che portiamo avanti per valorizzare quel sistema cittadino unico al mondo che fa di Roma la Capitale della creatività, dell’arte, del cinema, dell’artigianato di livello: un laboratorio di ricerca e sperimentazione che porta in città registi e produzioni internazionali, professionisti e studiosi del costume, e, più in generale, i tanti protagonisti della qualità made in Italy famosa nel mondo. Roma riparte dalle sue eccellenze, e con Roma riparte l’Italia”, dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Embodying Pasolini è una performance che esprime l’immortalità artistica del manufatto artigianale colto: i costumi che sono stati capaci di tradurre la visione poetica e cinematografica di Pier Paolo Pasolini prendono vita, dimostrano il valore dell’Archivio come fonte d’ispirazione ma anche come luogo di raccolta delle opere a disposizione di nuove visioni contemporanee.
L’evento si inserisce nel programma di ROMAISON, progetto dedicato al rapporto tra il costume e la moda, fortemente voluto dalla Sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi, con l’organizzazione di Zétema Progetto Cultura e curato da Clara Tosi Pamphili, storica della moda, e anticipa le celebrazioni per il centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, scegliendo come ambientazione proprio Testaccio, uno dei quartieri dell’immaginario pasoliniano per antonomasia, presente in molte delle sue opere, dalla raccolta di poesie Le ceneri di Gramsci, alle scene finali di Accattone. Celebrazioni che nel prossimo anno coinvolgeranno tutta la città a partire da una grande mostra concepita su tre luoghi: Palazzo delle Esposizioni, MAXXI e Gallerie Nazionali Barberini Corsini.
Così, nel percorso di valorizzazione e studio delle produzioni degli atelier di costume romani e dei loro incredibili archivi, tracciato da ROMAISON, e nell’ottica di internazionalizzazione di questa eccellenza, Embodying Pasolini crea un legame profondo con Roma: è un progetto nato nella città, durante un soggiorno di Saillard e Swinton a Villa Medici, e che ad essa è intimamente e creativamente connesso.
I costumi realizzati e conservati dalla Sartoria Farani, le forme di legno dei cappelli del Laboratorio Pieroni, che come presenze silenziose sono presenti nella scena della performance, lo stesso Mattatoio diventato spazio espositivo che accoglierà l’azione, sono emblema di una creatività che continuamente – rinnovandosi nelle forme e nelle chiavi di espressione – si reinventa e, instancabilmente, rigenera contenuto e contenitore.
Olivier Saillard – riconosciuto storico della moda, ex direttore del Museo Galliera di Parigi e fashion curator di fama mondiale, e Tilda Swinton, icona del cinema internazionale, insignita nel 2020 con il Leone d’Oro alla carriera, hanno voluto immaginare gli spazi del Padiglione 9 come un atelier d’artista, un luogo in divenire, con tavoli da lavoro, dove l’intervento performativo si costruisce come azione e emozione davanti agli occhi del pubblico chiamato a partecipare.
I costumi tratti da film come Il Vangelo Secondo Matteo, Uccellacci e uccellini, Edipo Re, Porcile, Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una Notte, fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma, ricreano una drammaturgia inedita, “svuotata” dai corpi degli attori: evocano una mancanza che sarà Tilda Swinton colmare, provando e riprovando gli abiti, prestando di volta in volta il suo corpo, i suoi pensieri, il suo vissuto ad un racconto altro, in cui “la base sono le spalle e la cimasa è di carne” come scrive Olivier Saillard, marcando il paradosso su cui insiste la performance, la fisicità contrapposta all’esplorazione dell’assenza.
Testimoni silenti, gli abiti hanno la loro storia, un’identità con il personaggio che s’aggiunge, speculare, a quella dell’interprete. È una narrazione fantastica fatta di trame di filo, di tessuto, di colori e forme, quella di Danilo Donati, scenografo e costumista premiato con due Oscar per “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli e per “Il Casanova” di Federico Fellini rispettivamente nel 1969 e nel 1977. Una sperimentazione estrema e raffinata, portata avanti nel suo sodalizio con Pasolini, iniziato nel 1962 e proseguito fino alla morte del regista, attraverso l’uso di materiali come la lana, il cotone, le fibre naturali, in maniera sempre diversa. Dalle citazioni pittoriche degli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo, evocate nel Vangelo Secondo Matteo, alla tessitura al telaio realizzata per Edipo Re, alle forme a “cartucciera” dei costumi dei soldati del sogno in Porcile, alla rigidità del feltro, al tripudio di velluti, frange, laminati, in “Il Fiore delle Mille e Una Notte”, ai celeberrimi abiti indossati in Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Quasi come fossero prigionieri del proprio status monumentale, i costumi in Embodying Pasolini saranno vivificati per il tempo di una prova: oggetto e nuovamente soggetto di una nuova interpretazione, di volta in volta intesi come doppio, compagno e opposto.
Embodying Pasolini è promossa da Roma Capitale, organizzata da Zétema Progetto Cultura con la collaborazione di Azienda Speciale PalaExpo e prodotta da StudiOlivierSaillard, con il coordinamento di Aymar Crosnier. Collaborazione artistica di Gaël Mamine.
Si ringrazia Massimo Serini per Hair e Make-up di Tilda Swinton.
EMBODYING PASOLINI
Performance ideata da e con Olivier Saillard e Tilda Swinton
Venerdì 25 Giugno 2021 – dalle ore 18.00 alle ore 22.00
Roma, Mattatoio
Piazza Orazio Giustiniani 4
BIOGRAFIE
OLIVIER SAILLARD
Riconosciuto storico della moda e fashion curator di fama mondiale, Olivier Saillard ha diretto importanti istituzioni come il Musée de la Mode di Marsiglia e il Palais Galliera Musée de la mode de la ville de Paris. Per Musée des Arts Décoratifs di Parigi ha curato la programmazione relativa alle mostre di moda.
È autore di molte pubblicazioni, tra cui “Histoire idéale de la mode contemporaine” (2009) e ha curato esposizioni come “Yohji Yamamoto: juste des vêtements”, “Christian Lacroix. Histoire de vêtements” al Musée des Arts Décoratifs; “Azzedine Alaïa”, “Jeanne Lanvin” al Palais Galliera ; “Madame Grès. La couture à l’œuvre”, “Balenciaga, l’œuvre au noir” al Bourdelle Museum e più recentemente “The Ephemeral Fashion Museum” per Palazzo Pitti a Firenze.
Dal 2005 accanto al suo lavoro di storico e curatore ha scelto di seguire la vocazione poetica della performance, ideando progetti come “The Impossible Wardrobe”, “Eternity Dress” e “Cloakroom” con Tilda Swinton; “Sur-Expostion” con Charlotte Rampling e Tilda Swinton; “Models Never Talk” e “Couture Essentielle”. Nel 2018 ha lanciato la sua prima collezione di t-shirt haute couture “Moda Povera”
TILDA SWINTON
L’attrice scozzese Tilda Swinton, premio Oscar e Leone d’Oro alla carriera, dopo aver studiato letteratura e scienze politiche a Cambridge, muove i suoi primi passi a teatro per poi dedicarsi al cinema e ad altre forme di arte sperimentale, come le avanguardie performative, dimostrando di essere un’artista anticonvenzionale.
Collabora con grandi registi contemporanei, da Luca Guadagnino a Wes Anderson a Pedro Almodovar, prendendo parte a progetti originali, fino a partecipare a blockbuster dell’universo Marvel.
Ad incarnare perfettamente le esigenze di Tilda è l’opera avanguardistica del regista, pittore e scenografo inglese Derek Jarman, attivista per i diritti LGBT. Con lui debutta al cinema nel 1985 con “Caravaggio”: collaborano per otto anni e sette film, vincendo la Coppa Volpi a Venezia nel 1991 per la migliore interpretazione femminile in “Edward II”, fino alla morte di lui nel 1984.
Nel 1992 la sua memorabile interpretazione di “Orlando” nel film di Sally Potter apre alla fama che culmina nel prossimo Festival di Cannes dove è presente con due film in concorso “Memoria” di Apichatpong Weerasethakul e “The French Dispatch” di Wes Anderson.
Nel 1995 si è esibita in una mostra intitolata “The Maybe”, ideata dall’artista Cornelia Parker, svoltasi alla Serpentine Gallery di Londra e al Museo Barracco di Roma, in cui la Swinton giaceva otto ore al giorno all’interno di una teca di vetro, apparentemente addormentata, per una settimana.
ROMAISON
ROMAISON è un progetto che nasce dalla mostra realizzata a Roma, nel Museo dell’Ara Pacis, nel mese di ottobre 2020, sulla spinta della visione di rilancio dell’alto artigianato romano che lega la Moda al Cinema, fortemente voluta dalla Sindaca Virginia Raggi e realizzata da Zètema.
La Mostra è stata la verifica di una situazione unica dove insieme alle capacità, artistiche ed artigianali, delle Sartorie di Costume romane si è scoperto un patrimonio di Archivi di Storia della Moda straordinario. Fino ad ora si conoscevano gli Archivi delle produzioni delle Sartorie, il loro lavoro per il cinema che inizia quando nasce il cinema stesso a Roma, i tanti premi vinti, le documentazioni di stima e affetto di attori o registi dal cinema muto a oggi.
Il progetto porta alla luce anche gli archivi degli abiti e accessori che ognuna di queste sartorie conserva come fonte di ispirazione: pezzi autentici che vanno dalla fine del 1700 ai giorni nostri, da Worth, Poiret, Dior, Balenciaga, Yves Saint Laurent. Un vero e proprio museo diffuso.
ROMAISON racconta e promuove questa caratteristica romana. Un racconto che si svolge con le narrazioni contemporanee dei social e continua con la destinazione di un luogo operativo dove l’attività va oltre la definizione museale.
La peculiarità degli Archivi delle Sartorie romane apre ad un dialogo con i costumisti ma anche con le maison di Moda e evidenzia la necessità di compiere un lavoro di catalogazione seria. Un progetto che unisca pubblico e privato per condividere un patrimonio che dà origine al vero Made in Italy e che porti anche ad una tutela del bene.
Intorno a mostre, performance ed esposizioni ruoterà un sistema aperto alla Formazione per le nostre scuole e quelle straniere, di Residenze per artisti e artigiani, di workshop tematici.
Una mediateca accoglierà documenti, filmografie e biografie di settore e un bookshop aperto al pubblico colmerà il vuoto romano sull’editoria fashion e di design.
Tra gli obiettivi di ROMAISON, quello di costruire un archivio di materiali nuovi e di creare collaborazioni con sperimentatori per far sì che ci sia una forte componente di ricerca sul futuro oltre allo studio del passato.
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