AG.RF.(MP).14.01.2014
“riverflash” – “Un fatto gravissimo”. Ha commentato così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in merito all’interruzione dell’erogazione dell’ossigeno per alcuni minuti, avvenuta lunedì scorso all’ospedale San Camillo a Roma, Dunque per un breve lasso di tempo, i degenti di alcuni padiglioni, sono rimasti senza ossigeno, ma fortunatamente il “problema” è stato risolto prontamente, grazie al personale tecnico che ha subito individuato la sede dell’interruzione e ripristinato le condizioni di sicurezza dell’impianto, assicurando così per i pazienti, la continuità delle cure e garantendo l’assistenza respiratoria con device d’emergenza. Si è anche ipotizzata la possibilità di un dolo come causa del guasto e a tale proposito, stanno indagando i carabinieri della Stazione di Monteverde. Il ovviamente, ha scatenato non poche polemiche politiche e lo stesso Zingaretti è intervenuto affermando: ci auguriamo che su questa inquietante vicenda venga fatta presto piena luce e vengano individuate le cause che ieri sera hanno provocato la riduzione del flusso al reparto di terapia intensiva. Dai primi rilievi sembrerebbe che a provocare la disfunzione sia stata una manomissione. Attendiamo ora l’esito delle indagini e anche la relazione tecnica sull’accaduto che sta predisponendo l’azienda dalla quale sta sempre più prendendo corpo l’ipotesi che si tratti di un danneggiamento doloso”. Fabrizio Santori, consigliere regionale d’opposizione, parla di strage sfiorata: “Non posso non ringraziare i tecnici del San Camillo per il pronto intervento avvenuto a seguito delle disfunzioni relative alle linee di erogazione di ossigeno, ma occorre fin da subito fare chiarezza e per questo porterò in commissione Sanità l’accaduto e la richiesta di chiarimenti urgenti sulle cause e su quello che si è rivelato come un vero e proprio tentato omicidio ai danni di decine di pazienti. Non voglio pensare al gesto inconsulto di un pazzo o di un terrorista che ha sabotato le strutture di erogazione di ossigeno che rifornivano il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale San Camillo solo al fine di causare una vera e propria strage. E a dire il vero, non vorremmo, e non voglio pensarlo, che si tratti anche stavolta dei soliti tentativi di furto dei cavi di rame che si registrano in tutta la Capitale, dalle ferrovie alle linee telefoniche e dell’illuminazione, fenomeno da tempo in espansione che stavolta però non ha compromesso l’illuminazione o i servizi ferroviari, ma uno dei servizi fondamentali di un ospedale. Per questa ragione, ci auguriamo delle risposte immediate sulle cause e sui responsabili di tali gesti e siamo fiduciosi nei confronti del lavoro delle forze dell’ordine e della Magistratura anche al fine di assegnare una pena esemplare. Il San Camillo soffre già di gravi carenze e di disservizi enormi come il pronto soccorso ormai al collasso, non vorremmo che a questi si aggiungessero anche episodi di illegalità in grado di provocare preoccupazione tra i pazienti e inefficienze ancora più onerose per la collettività”.
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