di Andrea Pranovi (AG.RF. 20.12.2015) (ore 00,02) (riverflash) – Nonostante sia ormai chiusa da tempo, la discarica di Malagrotta non smette di far parlare di sè. Ad accendere di nuovo i riflettori sul sito di smaltimento dei rifiuti è stata nel mese di novembre la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti con l’audizione ai professori del Politecnico di Torino Mariachiara Zanetti e Rajandrea Sethi.
Durante l’audizione la professoressa Zanetti ha spiegato che “si può già dire che l’acqua di falda, ancorché a monte, presenta alcune caratteristiche di inquinamento. Ci siamo focalizzati sulla discarica e non conosciamo la storia di tutta la zona. Pertanto non siamo in grado di indicare il motivo preciso. Comunque, anche a monte, l’acqua di falda presenta dei parametri che non rientrano perfettamente in linea con i requisiti di cui al decreto n. 152 del 2006. Sicuramente l’acqua di falda a valle è molto più inquinata rispetto a quella a monte perché la discrepanza tra i valori che abbiamo riscontrato e quelli di cui al decreto n. 152 del 2006 è ben più elevata. Si parla di almeno un ordine di grandezza per i diversi parametri aggiuntivi”. La docente ha poi aggiunto che “la discarica di Malagrotta, ai sensi del decreto n. 152 del 2006, inquina. Certamente, non essendo stato fatto nulla, continua a inquinare”.
“Se non si fa niente, ovviamente, – ha affermato la professoressa Zanetti – quello che succede è che la qualità dell’acqua di falda rimane quantomeno identica a quella attuale e, quindi, bisogna essere sicuri che l’utilizzo di quest’acqua non sia, ad esempio, a scopo agricolo, che nessuno si sogni di bere quest’acqua e quant’altro”. Il professor Sethi ha anche parlato dei possibili scenari futuri per la discarica: “Una prima opzione è che il livello idrico salga abbastanza e che si generi una sorta di equilibrio tra interno ed esterno. Il livello, a un certo punto, si potrebbe stabilizzare, proprio perché gli afflussi meteorici risulterebbero essere uguali ai deflussi attraverso il polder stesso. La seconda ipotesi, che secondo me è quella da evitare, è che ci sia una tracimazione del livello dall’interno all’esterno del polder. Questa, secondo me, è sicuramente un’evenienza poco auspicabile”.
Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha diffuso la notizia della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Alberto Galanti per Manlio Cerroni: l’accusa è di disastro ambientale colposo permanente. Il gip Cinzia Parasporo ha fissato per il prossimo febbraio la prima udienza preliminare. Pochi giorni fa, invece, Il Tempo ha riportato la notizia un’indagine della Procura della Repubblica di Roma sugli appalti Ama per la raccolta dei rifiuti. “Agli atti – si legge nell’articolo di Ivan Cimmarusti – risulta un’accurata segnalazione all’autorità giudiziaria dell’attuale amministratore delegato, Daniele Fortini, che ha fornito agli investigatori una lista con le commesse ritenute «dubbie» e che potrebbero celare presunte forme di corruzione”. Al momento, secondo quanto riferito dal quotidiano romano, non ci sarebbero iscritti nel registro degli indagati.
Sul versante rifiuti, tuttavia, arrivano anche buone notizie: la consigliera regionale del Partito Democratico Cristiana Avenali, in una nota, ha sottolineato che “la nostra Regione ha fatto enormi passi avanti nella raccolta differenziata, avendo raggiunto alla fine del 2014 il 32,7%, la prima nel Centro ltalia con la percentuale più alta di incremento, il 6,2% in più rispetto al 2013 (26,5%)”. “Inoltre – ha continuato la consigliera – abbiamo ripristinato la legalità fermando lo smaltimento in discarica dei rifiuti tal quali, vietato dalla legge da tanti anni”.
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