di Andrea Pranovi (AG.RF. 19.10.2014) (ore 00,46) (riverflash) – La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha riconosciuto la violazione da parte dell’Italia di norme in materia di trattamento dei rifiuti in sette discariche del Lazio, tra cui quella di Malagrotta. La sentenza, che fa seguito al deferimento della Commissione Europea nei confronti del nostro paese, stabilisce che al 1° agosto del 2012 “la situazione nella Regione Lazio non era conforme alle prescrizioni della direttiva 2008/98“, la quale regolamenta l’interramento dei rifiuti.
L’Italia, secondo quanto rilevato dalla Corte, avrebbe violato anche la direttiva 1999/31, riguardante il trattamento dell’immondizia. L’organo di giustizia europeo osserva come nelle discariche sotto accusa i rifiuti urbani non siano stati sottoposti “ad un trattamento che comprenda una adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e la stabilizzazione della loro frazione organica”. Inoltre, viene contestata la mancata creazione di “una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili”. La Commissione UE ha sostenuto che “l’affermazione dell’Italia secondo cui l’utilizzo di altri impianti renderebbe l’intero bacino regionale del Lazio autonomo in maniera di trattamento dei rifiuti è contraddetta, da un lato, dalla dichiarazione dell’Italia secondo cui sarebbero stati formalizzati accordi nel 2013 per portare i rifiuti fuori da tale regione e, d’altro lato, dagli articoli di stampa relativi a tali accordi.
Ignazio Marino ha commentato così la condanna dell’Italia: “i rilievi mossi dalla Corte europea al nostro Paese per l’inadeguatezza del trattamento dei rifiuti in alcune discariche del Lazio fino al 2012, confermano una volta di più che la nostra decisione di chiudere, dopo ben 50 anni, Malagrotta abbia segnato una vera e propria svolta per il rientro nella legalità del ciclo dei rifiuti e per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”. In merito alla sentenza, l’ufficio stampa della Regione Lazio ha precisato che “i fatti sono relativi al 2012 e che con l’attuale Giunta Zingaretti si è provveduto a innovare profondamente il ciclo dei rifiuti della regione. Dal mese di aprile 2013 a Roma e nei mesi successivi in tutta la Regione, infatti, non c’è un grammo di rifiuti che non sia trattato secondo le direttive dell’Unione Europea e la normativa nazionale.
Nel mirino della Corte, che ha sottolineato come gli Stati membri debbano “prendere le misure necessarie affinchè solo i rifiuti già trattati vengono collocati a discarica”, anche il sito di Cupinoro (a Bracciano). Proprio quest’ultimo è al centro del ricorso presentato al TAR del Lazio dall’avvocato Valentina Stefutti, incaricata dall’Amministrazione comunale di Cerveteri, contro la Deliberazione del Governo per il rinnovo dell’autorizzazione per la discarica. “La Stefutti, inoltre, – come dichiarato dal sindaco Alessio Pascucci – già segue dallo scorso dicembre per conto dell’Amministrazione Comunale di Cerveteri l’impugnazione della determinazione con cui è stata approvata la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) per i lavori di ampliamento della discarica di Cupinoro”.
L’assessore all’Ambiente di Cerveteri Andrea Mandula ha spiegato che “l’Amministrazione comunale ha ripetutamente manifestato ferma opposizione al piano industriale presentato dalla Bracciano Ambiente ed oggetto di autorizzazione da parte del Consiglio dei Ministri. Inoltre, resta ancora da chiarire quali saranno le sorti del sito che per anni ha ospitato la discarica di Cupinoro: il sito deve essere messo in sicurezza,e questa deve essere una priorità assoluta”. Contrario alla possibile riapertura dell’impianto anche il comitato Fermiamo Cupinoro, che sabato 11 ottobre ha organizzato un corteo di protesta.
Oggetto della condanna della Corte di Giustizia UE, oltre a Malagrotta e Cupinoro, le discariche di Colle Fagiolara, Montecelio-Inviolata e Fosso Crepacuore in provincia di Roma e quelle di Borgo Montello in provincia di Latina. Nel Lazio tiene banco anche la vicenda del sito di rifiuti inerti di Magliano Romano, per il quale la società Idea 4 Srl ha presentato un progetto di riclassificazione: nei giorni scorsi la commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio ha svolto un’audizione su richiesta del singolo Ercole Turchi. All’incontro ha preso parte l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio Fabio Refrigeri, che ha dichiarato: “non esiste nessun piano regionale in cui Magliano Romano è indicata come discarica per rifiuti pericolosi.
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