AG.RF.(MP).21.06.2014
“riverflash” – Ha finito il suo turno ed è andata a casa. Alessandra Ritrovato, infermiera presso l’ospedale israelitico a Roma, che doveva vigilare su una paziente 60enne, attaccata ad una bombola d’ossigeno, ha “dimenticato” la paziente in bagno ed essa, non ricevendo più assistenza, è morta. La signora Lucia, in mattinata aveva suonato il campanello d’emergenza per farsi accompagnare in bagno, lasciando per un momento la mascherina di ventilazione e la bombola d’ossigeno di cui non poteva fare a meno, ma l’infermiera non ricordando che fosse lì accanto da sola, finito il turno di lavoro, è andata via. Ora dunque è stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio colposo e sono stati i vertici del nosocomio a segnalare la vicenda in Procura: dopo essere venuto a conoscenza della dinamica dei fatti, Giovanni Luigi Spinelli, che all’epoca era il direttore sanitario dell’azienda, ha sporto denuncia. La paziente era ricoverata da tempo presso il reparto di oncologia per una grave forma tumorale e soffriva di insufficienza respiratoria: ecco perché doveva stare sempre attaccata ad una bombola d’ossigeno e poteva rimanere senza mascherina di ventilazione, solo per alcuni minuti; essa dunque è stata trovata morta nel bagno da un addetto delle pulizie e ora è stata disposta una consulenza medico-legale per accertare se la morte della paziente sia collegabile alla condotta negligente dell’infermiera. Il magistrato, però, chiede poi l’archiviazione del caso. Secondo il pm, infatti, nonostante siano ravvisabili gravi elementi di colpa a carico della Ritrovato non sarebbe possibile sostenere con assoluta certezza che questi abbiano causato la morte della degente. Occorreranno perciò altre indagini per capire esattamente come si sono svolti i fatti.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..