ROMA: MESSA SOTTO SEQUESTRO A TOR DI QUINTO LA CHIESETTA DEGLI AUTISTICI

AG.RF. (MP). 03.09.2013

“riverflash” – Nel nostro Paese succede anche questo: nel XV Municipio (ex 20), è stata messa sotto sequestro, (in uno spazio verde a Tor di Quinto vicino al Poligono di tiro), la chiesetta che, grazie ad un progetto dell’associazione Anpet, una ventina di ragazzi autistici (tra i 16 e i 25 anni), stavano costruendo già da 3 anni. L’associazione “L’emozione non ha voce”, si avvale anche del valido contributo e aiuto dei papà che sono sempre a fianco dei loro ragazzi per incoraggiarli e aiutarli nel difficile percorso della loro vita. Questa dunque era un’occasione di movimento, condivisione con gli altri amici “sfortunati” per portare avanti tutti insieme un progetto, tramite una forma di terapia occupazionale in cui, Federica Borchicchio, psicologa (che collabora con l’Istituto di Ortofonologia ed ha avuto l’intuizione di puntare su questo tipo di terapia),  e Enzo Cardogno, (papà di un ragazzo autistico), credono fermamente per restituire un sorriso ad un gruppo di ragazzi “eccezionali”, che ce la stanno mettendo tutta per provare a  vivere una vita “normale” attraverso le emozioni. Ora i ragazzi sono rientrati e stanno riprendendo le loro attività quotidiane ma non potranno continuare (come facevano ogni mercoledì pomeriggio dalla 3 alle 6) con la gioia di indossare il loro “elmetto” per poter impastare calce e mettere sù mattone su mattone, la loro chiesetta “personale”. Il 31 luglio scorso, si è presentata sul posto la polizia municipale con un’ordinanza del giudice che faceva mettere i sigilli alla chiesa per “abuso edilizio”. Ora noi ci chiediamo: perché viene fatto questo a dei ragazzi autistici che, con entusiasmo, lavoravano instancabilmente per costruire la loro chiesetta? Lo spazio verde in cui avrebbe dovuto sorgere la costruzione, fa parte dei punti verdi qualità dei tempi di Veltroni…. Lo stop imposto dal giudice e reso esecutivo dalla polizia municipale della XV circoscrizione, impedirà di fatto ai ragazzi di continuare la loro “terapia occupazionale” quella che a loro fa tanto bene perché “l’emozione non ha voce”… e questo era un modo per esprimerla….. ora per favore qualcuno vada a spiegare loro il motivo…..