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ROMA: LA FONTANA DI TREVI, QUELLA DE «LA DOLCE VITA»

(riverflash) – La Fontana di Trevi è senza ombra di dubbio una  delle  fontane di Roma  più rinomate al mondo, il suo stile tardo barocco continua ad avere, di generazione, in generazione,  un fascino irresistibile. Tra i monumenti più visitati della capitale, quasi una leggenda, celebre la scena che ritrae abbracciati nella fontana il nostro Marcello Mastroianni con l’attrice Anita Ekberg  in una scena del famoso film “La  Dolce Vita” di Federico Fellini del 1960.

LA STORIA

La  Fontana di Trevi è alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Vergine cheAgrippa, cognato di Augusto, incanalò nel 19 a. C. dalla campagna tra Roma e Tivoli per rifornire le sue Terme in Campo Marzio.

L’acquedotto, danneggiato nel VI secolo dagli Ostrogoti di Vitige rimase inattivo per lunghi periodi  fu successivamente, riparato da Papa Nicolo V e definitivamente riattivato da Papa Pio IV verso la metà del XVI secolo. Nella piazza sorgeva una fontana fin dal XV secolo questa, restaurata da Leon Battista Alberti nel 1453, fu poi demolita dal Bernini  che, nel 1640, traccio il bacino della fontana sul lato settentrionale della piazza e stese il progetto di una nuova grandiosa fontana.

Numerosi furono  i progetti, rimasti inattuati, approntati da diversi artisti sia prima, che dopo il Bernini, tra questi quelli di Giacomo della Porta e Pietro da Cortona. In seguito ci fu un infelice avvio dei lavori con Papa Benedetto XIII e solo, nel 1730, Papa Clemente XII indisse un concorso. Due anni dopo l’opera venne  affidata all’architetto Nicola Salvi, i modelli in gesso delle sculture disegnate da Salvi sono di Giovanni Battista Maini, uno scultore italiano che, insieme a molti altri artisti, prese parte ai lavori.

La Fontana di Trevi  inaugurata una prima volta nel 1735, fu però completata definitivamente con i gruppi scultorei solo nel 1762.

DESCRIZIONE DELL’OPERA

Il tema dell’opera è il mare, con la  grande scultura di Oceano che domina la scena, un’impegnativa  scogliera rocciosa occupa la parte inferiore di  Palazzo Poli.  Al centro di una grande nicchia è rappresentato Oceano alla guida di un cocchio a forma di conchiglia, trainato da due cavalli alati a loro volta guidati da tritoni.

Ai lati della nicchia principale e centrale, in due nicchie più piccole sono inserite rispettivamente, la statua della Salubrità, a destra di Oceano, e quella dell’Abbondanza a sinistra.

A delimitare le tre nicchie, quattro grosse colonne corinzie. Ai piedi del Nettuno i due cavalli,  tradizional- mente noti con il nome di “cavallo agitato”  a sinistra e “cavallo placido” a destra rappresentano, per analogia i “momenti” del mare. Al di sopra delle due nicchie, due bassorilievi che raffigurano Agrippa nell’atto di approvare la costruzione dell’acquedotto dell’Acqua Vergine (a sinistra) e la Vergine che indica ai soldati il luogo dove si trovavano le sorgenti dell’acqua (a destra).

Una diffusa e famosissima tradizione vuole che il visitatore che desideri tornare a Roma, per essere esaudito, debba gettare una monetina nella vasca della Fontana di Trevi ed esprimere tale desiderio e purtroppo, sarà per la crisi economica, oggi c’è anche chi si è attrezzato per rubare, nelle notti romane, le numerose monetine!

 

di Lauretta Franchini   (AG.RF   05.03.2013)

 

 

 

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