di Andrea Pranovi (AG.RF. 13.01.2015) (ore 23,36) (riverflash) – Associazione sovversiva con finalità di terrorismo. È questa l’ipotesi di reato per la quale la procura di Roma, secondo quanto riportato da autorevoli organi d’informazione, avrebbe aperto un’inchiesta su dieci persone sospettate di avere legami con la Jihad.
A far scattare le indagini, coordinate dal procuratore Giuseppe Pignatone e dall’aggiunto Giancarlo Capaldo, sarebbe stato il monitoraggio del web. L’attività di osservazione del Reparto operativo speciale dei Carabinieri avrebbe riguardato conversazioni avvenute attraverso internet tra i sospettati e i loro accessi a siti ritenuti vicini all’estremismo islamico. I dieci nel mirino della procura non costituirebbero una cellula, ma sarebbero considerati negli ambienti investigativi “cani sciolti”.
La versione online del quotidiano romano Il Tempo riferisce di accertamenti effettuati dalla Digos e dai Ros che avrebbero messo il luce come nella Capitale siano presenti gruppi che predicano il fondamentalismo di matrice islamica e la guerra santa.
Intanto oggi a Roma è scattato l’allarme per una borsa rossa abbandonata nei pressi della fermata Spagna della linea A della metropolitana. Dopo l’intervento sul posto degli agenti di Polizia è emerso che si trattava semplicemente di una borsa di un senza fissa dimora lasciata in strada.
Sulla possibilità di un attentato nella Capitale il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha spiegato ai microfoni di Radio 24 che “nel sistema di relazioni con le autorità di sicurezza degli altri Paesi abbiamo fatto verifiche e a noi non risulta”, nonostante “il Vaticano è stato più volte citato dall’autoproclamato Califfo dell’Isis e sono apparse immagini con la bandiera nera sul Cupolone”.
Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha smentito che la Santa Sede “abbia ricevuto segnalazioni di rischi specifici da servizi di sicurezza di altri Paesi”, aggiungendo che “non è quindi il caso di alimentare preoccupazioni non motivate”.
“Non c’è al momento nessun riscontro sulle minacce al Vaticano ma l’allerta è massima”, ha dichiarato il capo della Digos di Roma Diego Parente, il quale ha precisato che il servizio di sicurezza a San Pietro “adesso è stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della città che comprende tutti gli obiettivi sensibili presenti a Roma e che sono numerosi”.
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