di Andrea Pranovi (AG.RF. 20.10.2014) (ore 21,05) (riverflash) – Dopo anni di proposte, polemiche e rinvii, il governo Renzi ha dato il via libera alla riforma delle province, contenuta nella legge Delrio (legge numero 56 del 7 aprile 2014). Tra le disposizioni presenti nel provvedimento figura la costituzione delle “Città metropolitane“, che a Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia subentreranno alle omonime province dal 1° gennaio 2015.
Le città metropolitane assorbiranno le funzioni fondamentali delle province e, secondo quanto stabilito dalla legge, avranno “le seguenti finalità istituzionali generali: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee”. Il sindaco dell’area metropolitana è di diritto il sindaco del Comune capoluogo: a Roma, quindi, l’incarico sarà ricoperto da Ignazio Marino.
Nella capitale domenica 5 ottobre si è votato per il Consiglio della futura Città metropolitana. Elettori e, al tempo stesso, eleggibili sono stati i sindaci ed i consiglieri comunali di Roma e degli altri 120 comuni della provincia. Dei 1685 aventi diritto si è recato al voto l’88,77%. Il Consiglio, che avrà come primo compito quello di redigere lo Statuto, sarà formato da ventiquattro membri e, sulla base del risultato elettorale, sarà così composto: quattordici consiglieri saranno del Partito Democratico, quattro di Forza Italia, due del Movimento 5 stelle, due del Nuovo Centro Destra, uno di Territorio e Partecipazione ed uno della lista Dalle Città Uguaglianza e Libertà.
Entro la fine del 2014 Marino dovrà scegliere un vicesindaco per l’area metropolitana. Il primo cittadino di Roma a questo proposito ha dichiarato: “ho la ferma volonta di uscire da ogni schema e scegliere, sia per il vicesindaco sia per i delegati delle aree strategiche, le persone che più si dimostreranno interessate, appassionate, diligenti per il ruolo che dovranno svolgere. Quindi sceglierò capacità e impegno e spero di ottenere i risultati, non accordi sulle poltrone”. Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori ha sottolineato come, “al di là dei posizionamenti politici, terriotorialmente il vicesindaco debba essere espressione della provincia. Però sappiamo che la scelta è di Marino, che saprà valutare al meglio quale figura saprà interpretare questo ruolo”.
Nei comuni della provincia, intanto, non tutti sono favorevoli all’ingresso nel nuovo organismo. A Bracciano 4200 persone hanno firmato per una petizione popolare sulla necessità di promuovere un referendum che dia la possibilità ai residenti di scegliere se aderire all’area metropolitana di Roma oppure entrare a far parte della provincia di Viterbo. Giuliano Sala, sindaco di Bracciano, dove è in corso la raccolta delle firme per l’indizione del referendum, si è detto “assolutamente favorevole che i cittadini di Bracciano possano esprimersi sull’adesione o meno alla nuova Città metropolitana di Roma”. “È fondamentale – ha aggiunto Sala – che tutto questo avvenga seguendo percorsi istituzionali ovvero, per quanto riguarda Bracciano, secondo le regole stabilite dallo specifico Regolamento sul Referendum Consultivo approvato nel 2004”.
In merito alla possibilità di scelta dei comuni, il comma 6 dell’articolo 1 della legge Delrio parla chiaro: “il territorio della città metropolitana coincide con quello della provincia omonima, fermo restando l’iniziativa dei comuni, ivi compresi i comuni capoluogo delle province limitrofe, ai sensi dell’articolo 133, primo comma, della Costituzione, per la modifica delle circoscrizioni provinciali limitrofe e per l’adesione alla città metropolitana”.
Il dibattito sull’ingresso nell’area metropolitana è al centro dell’attività politica anche a Civitavecchia, il cui sindaco Antonio Cozzolino ha annunciato: “faremo una consultazione popolare, la costituzione non parla esplicitamente di referendum, che sarebbe complicato per i problemi di bilancio del Comune che abbiamo trovato”. “Abbiamo deliberato per la modifica dei confini provinciali – ha spiegato Cozzolino – per far passare Civitavecchia alla provincia di Viterbo e stiamo avviando l’iter previsto dall’art. 133 della Costituzione”.
A Manziana, invece, il primo cittadino Bruno Bruni ha proposto un referendum, che è stato approvato dal Consiglio comunale. Secondo il sindaco, “la fretta con cui si sta vivendo questo passaggio all’Area Metropolitana di Roma, con relativo ampliamento di competenze a carico del nuovo ente territoriale, non sta facendo altro che aumentare la confusione, tanto da essere difficile trovare risposte certe ed univoche”.
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