di Andrea Pranovi (AG.RF. 04.11.2015) (ore 23,43) (riverflash) – Mancano ormai poche ore all’inizio del maxi-processo sull’inchiesta “Mondo di mezzo”, che poco meno di un anno fa, con i primi arresti, sconvolse il mondo politico romano. Sono quarantasei gli imputati nel processo che prenderà il via domani nell’aula Occorsio della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio e proseguirà, a partire dalla seconda udienza, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia.
Non potranno essere in aula per seguire l’intero processo Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia. Lo ha stabilito, per ragioni di sicurezza, la presidente della X sezione penale Rosanna Ianniello. Altri quattordici imputati, invece, non potranno essere presenti soltanto alla prima udienza; tra questi Franco Panzironi, ex amministratore delegato di Ama, e Luca Odevaine, ex membro del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale. A quest’ultimo, che era detenuto nel carcere di Terni, sono stati concessi gli arresti domiciliari dalla Ianniello, dopo il parere favorevole dei pm.
In vista dell’udienza il Movimento 5 Stelle ed il Codacons hanno depositato la richiesta di costituzione di parte civile. Le firme a sostegno dell’azione collettiva sono della deputata grillina Roberta Lombardi, dell’ex consigliere comunale Marcello De Vito e del vicepresidente dell’associazione dei consumatori Giovanni Pignoloni. Depositerà l’atto di costituzione di parte civile anche il Comune di Roma: il commissario Francesco Paolo Tronca ha infatti firmato il provvedimento, redatto dagli avvocati Maggiore e Murra.
Quattro degli imputati coinvolti nell’inchiesta su “Mafia Capitale” sono stati giudicati con rito abbreviato davanti al gup Anna Criscuolo. Emanuela Salvatori, ex responsabile dell’attuazione del Piano Nomadi di Castel Romano accusata di corruzione, è stata condannata a quattro anni e al versamento di una provvisionale di ventimila euro al Comune di Roma. Cinque anni e quattro mesi di reclusione è invece la pena inflitta ad Emilio Gammuto, anch’egli accusato di corruzione e per il quale è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso; Gammuto dovrà inoltre versare cinquemila euro alle singole parti civili, ad eccezione del Campidoglio e della Regione Lazio. I pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli avevano chiesto tre anni e mezzo di reclusione alla Salvatori e cinque anni a Emilio Gammuto. Sono stati condannati a quattro anni di reclusione ciascuno Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, accusati di usura.
Saranno giudicati con rito abbreviato anche Daniele Ozzimo, ex assessore alle Politiche sociali di Roma, l’ex consigliere capitolino Massimo Caprari, Paolo Solvi, Gerardo Addeo e Tommaso Addeo, tutti accusati di corruzione. Per loro l’udienza è fissata al 26 novembre. In quella stessa data il gup Alessandra Boffi deciderà anche sulla richiesta di costituzione come parti civili nel processo a Ozzimo presentata da Partito Democratico, Comune di Roma, Regione Lazio, Ama, Cittadinanzattiva e altre associazioni.
Il 21 dicembre, invece, il gup Boffi deciderà in merito alla richiesta di patteggiamento concordata dalla procura con i difensori di Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, ex dirigenti della cooperativa La Cascina accusati di corruzione. Le pene concordate sono di due anni e otto mesi di reclusione per Ferrara e di due anni e sei mesi per ciascuno degli altri tre.
Risale a pochissimi giorni fa, inoltre, l’arresto da parte dei carabinieri del Ros di Roma nell’ambito dell’inchiesta su “Mafia Capitale” di Clelia Logorelli, dirigente del settore Verde di Eur Spa. Il gip Flavia Costatini ha applicato la custodia domiciliare alla Logorelli, la quale, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto 2500 euro al mese da Buzzi per agevolare le cooperative che facevano a lui capo.
È di pochi giorni fa anche la notizia del sequestro preventivo messo in atto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di novantacinque opere d’arte, tra cui alcune statue lignee di Nevelson e diverse sculture di Consagra, rinvenute a dicembre dello scorso anno nell’abitazione di Massimo Carminati a Sacrofano, nella sede di una società e a casa dei suoceri di Carminati.
Alcuni organi d’informazione nei giorni scorsi hanno pubblicato la cosiddetta “lista dei 101”, allegata alla relazione che era stata redatta dalla commissione prefettizia di accesso agli atti. L’elenco di nomi raccoglie tutti coloro che nel dicembre del 2014 si sono ritrovati nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare della procura di Roma. Alcune delle persone presenti nella lista non sono indagate.
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