25 Set 2014
RIO FERDINAND E MANCHESTER UNITED: CI SIAMO TANTO AMATI
di Francesco Guerrieri (Giovaninrete)
AG.RF 25.09.2014 (ore 22:12)
All’Old Trafford è stato un monumento, in Europa uno dei difensori più forti di tutti. Stiamo parlando di Rio Gavin Ferdinand, 36 anni, di professione difensore.
12 anni con una sola maglia, ma non con una qualsiasi, ma con quella del glorioso Manchester United.
Come in tutte le storie d’amore, Ferdinand e i Red Devils si sfiorarono prima di ritrovarsi definitivamente: era il 1997 quando Mel Machin, allenatore del Bournemouth, chiamò Ferguson per consigliargli un giovane promettente di proprietà del West Ham. Dopo averlo visto in qualche partita, Ferguson chiese al Presidente degli Hammers, Terry Brown, quanto volesse per il giovane Ferdinand. La risposta fu tanto secca quanto ironica: “David Beckham più un milione”. Era chiaro che il giocatore non era in vendita.
Ma quel pallino, a Sir Alex gli è sempre rimasto. Così nell’estate del 2002 decide di versare 46 milioni di euro nelle casse del Leeds (che nel frattempo l’aveva prelevato dal West Ham) per portare a Manchester l’allora 24enne difensore. A queste cifre, Ferdinand diventa il difensore più pagato della storia (record detenuto fino a quest’estate, quando il Psg sborsò 50 milioni per David Luiz).
Titolare fisso sin dal primo anno, Rio conquistò subito la Premier League.
Ma la sua avventura allo United non è tutta rose e fiori; nel Settembre 2003, infatti, iniziarono i problemi: una squadra antidoping dello UK Sport arrivò a Carrington durante un allenamento. Tra i selezionati per il test antidoping c’era anche Rio Ferdinand, che però lasciò il campo d’allenamento senza fornire il campione richiesto. Il giorno dopo si presentò per fare il test, ma gli fu detto che sarebbe stato denunciato in base alla regola della “responsabilità oggettiva” in materia di doping. Quella che era una normale giornata di allenamento per il difensore inglese, si trasformò in un incubo: venne squalificato dal 20 Gennaio fino al 2 Settembre 2004 e venne multato di 50.000 sterline; ma la cosa che fece più male al difensore inglese, fu l’esclusione dall’Europeo del 2004 in Portogallo.
Scontata la squalifica, il difensore inglese riconquista immediatamente il posto al centro della difesa, ottenendo 31 presenze la stagione del suo ritorno in campo. Nell’annata successiva, una colonna dei Red Devils lascia la squadra: Roy Keane decide di abbandonare l’Old Trafford per passare (dopo 2 mesi di inattività) al Celtic, in Scozia. Con l’addio dell’irlandese, Rio Ferdinand diventa sempre di più uno dei leader di questa squadra, indossando anche più volte la fascia da capitano.
La partita più importante di tutta la carriera di Ferdinand va in scena il 21 Maggio 2008 allo stadio Luzniki di Mosca: Manchester – Chelsea, finale di Champions League. Il match è quello delle grandi occasioni e Ferdinand lo sa. Lo sa pure Alex Ferguson che, nonostante la presenza in campo dal 1′ di Paul Scholes, decide di affidare al difensore inglese la fascia da capitano. Certamente una responsabilità non da poco; non è da tutti rappresentare la propria squadra in una partita del genere.
E come in ogni favola che si rispetti, anche questa ha il suo lieto fine: lo United, dopo l’1-1 nei tempi regolamentari, vince 6-5 ai calci di rigore e conquista la Champions League 2007-2008.
Rio Ferdinand, da capitano, sarà il primo a toccare quella coppa ed alzarla al cielo – avranno pensato in molti. E invece no; all’87’ Sir Alex decide di inserire Ryan Giggs per tentare il tutto per tutto. Di fronte ai 14 anni d’esperienza con la maglia dello United, anche una bandiera come Rio Ferdinand è costretto ad arrendersi e a passargli la fascia da capitano, quella fascia che permette al gallese di alzare la Coppa al cielo. Ma quando si vince non è importante chi alza la coppa prima e chi dopo, l’importante è alzarla tutti insieme, come un gruppo unito, quel gruppo dove Ferdinand è diventato una delle colonne portanti.
Il resto è storia recente: all’inizio della stagione 2013-2014 il difensore inglese conquista il Community Shield, quello che sarà l’ultimo trofeo con la maglia dei Red Devils. Al termine del campionato (uno dei più deludenti della storia, a causa dell’addio di Ferguson), infatti, dopo vari ripensati, dice addio a quella maglia che ha indossato per 12 anni e che tante soddisfazioni gli ha dato.
A 35 anni decide che non è ancora il momento di appendere gli scarpini al chiodo. Svincolatosi dal Manchester, valuta diverse offerte provenienti dalla MLS e dal Brasile (dove si trovava per commentare i Mondiali); ma quella che sembra averlo convinto, è la proposta del QPR, dove Ferdinand ritrova Harry Redknapp, l’allenatore che lo vide crescere tra le fila del West Ham. Il giocatore firma un contratto annuale con il QPR e, a quasi 36 primavere, inizia una nuova avventura.
Ma si sa che Ferdinand non può stare troppo tempo senza United e lo United senza Ferdinand; così, alla quarta giornata il calendario li mette uno contro l’altro.
Rio Ferdinand si trova davanti un Manchester diverso da quello che ha lasciato; in panchina Van Gaal ha sostituito il criticatissimo Moyes, la rosa è stata ringiovanita con gli arrivi di Shaw, Rojo, Blind e la ciliegina sulla torta Radamel Falcao.
Questo Manchester è troppo per il QPR che perde 4-0 senza troppe recriminazioni.
Ma la notizia della giornata è il ritorno di Rio Ferdinand in quello che per 12 anni è stadio il suo stadio, quell’Old Trafford dove ha conquistato 6 Premier League, 1 Coppa d’Inghilterra, 6 Community Shield, 3 Coppe di Lega Inglese ed una Champions League; sicuramente un palmarès non da poco.
Per riunire tutte queste coppe in un unico premio, si è scomodato niente meno che Sir Bobby Charlton: come riportato dal profilo ufficiale Instagram del Manchester, prima della partita l’ex bandiera dello United negli anni ’60 ha consegnato una targa a Rio Ferdinand per ringraziarlo delle 12 stagioni al servizio dei Red Devils, il giorno della sua 700esima presenza in Premier League. Una targa che, siamo sicuri, il difensore inglese conserverà con affetto, lo stesso affetto che i tifosi dell’Old Trafford gli hanno dimostrato in tutti questi anni.
Fonte: http://giovaninrete.wordpress.com/