di Andrea Pranovi (AG.RF. 23.04.2014) (ore 00,52) (riverflash) – La Regione Lazio scrive un nuovo capitolo nella vicenda delle discariche dell’hinterland romano. Martedì 15 aprile la Giunta regionale ha approvato la delibera 192/2014, con la quale vengono stanziati tre milioni di euro in favore dei comuni rimasti senza discarica dopo le chiusure dei siti di Cupinoro a Bracciano e dell’Inviolata a Guidonia Montecelio.
I tre milioni di euro, erogati come “contributo straordinario”, sono stati concessi – come si legge nell’ordine del giorno della seduta della Giunta – “a titolo di compartecipazione regionale ai maggiori oneri connessi al trattamento ed al trasporto dei rifiuti in siti alternativi”.
I fondi per i 79 comuni che fino a pochi mesi fa conferivano i propri rifiuti nelle discariche di Cupinoro e dell’Inviolata sono stati ripartiti sulla base del numero di residenti. Il comune a cui andrà la parte più consistente del contributo è Guidonia Montecelio, nelle cui casse entreranno 439mila euro. A Tivoli spetterano 279mila euro, a Monterotondo 209mila, a Ladispoli 197mila e a Cerveteri 192mila. L’erogazione sarà subordinata alla predisposizione di un’idonea rendicontazione da parte delle amministrazioni comunali interessate.
Il capogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale Marco Vincenzi ha commentato così l’approvazione della delibera: “grazie alle risorse della Regione gli enti locali potranno proseguire con più serenità nei progetti di sviluppo della differenziata. Contestualmente, si concluderanno i lavori e il collaudo dell’impianto di trattamento meccanico biologico dell’Inviolata”. Ed è proprio sull’impianto di Guidonia Montecelio, chiuso nel mese di febbraio, che si è scatenata la polemica tra il Comune e la Regione: in merito alle proroghe concesse per l’attività di smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella discarica dell’Inviolata, pochi giorni fa dal Comune di Guidonia è stato sottolineato come non ci sia stato “nessun coinvolgimento dell’amministrazione comunale nelle scelte operate invece dalla sola Regione”.
In particolare, in riferimento alla proroga firmata il 13 agosto del 2013 dal vicepresidente della Regione Massimiliano Smeriglio, l’ufficio stampa del Comune rende noto che “se è vero che vi fu un incontro, in quei giorni, tra l’assessore alle politiche del territorio, mobilità e rifiuti della Regione Lazio, Michele Civita ed il sindaco di Guidonia Montecelio, Eligio Rubeis, proprio per discutere il destino dell’Inviolata di Guidonia e della situazione di saturazione dell’invaso in quel momento in uso, il sesto, è altrettanto vero che il sindaco ribadì la contrarietà alla concessione della proroga, rifiutandosi di firmare un atto illegittimo e quindi illegale quale era l’ordinanza urgente e contingibile”.
La discarica dell’Inviolata, la seconda più grande del Lazio dopo Malagrotta, è stata chiusa il 12 febbraio del 2014, con un’ordinanza del sindaco Eligio Rubeis. In quell’occasione, attraverso un comunicato stampa, il Comune di Guidonia ha spiegato che “dalle risultanze effettuate negli uffici comunali la discarica è esaurita”. L’impianto, di proprietà della Eco Italia 87, società riconducibile a Manlio Cerroni, era nato nel 1986 ed era arrivato ad ospitare 5 milioni di metri cubi di rifiuti.
Nel mese di marzo il personale del Nucleo operativo del Comando Provinciale di Roma del Corpo Forestale, a seguito delle indagini svolte dalla procura di Tivoli, ha posto i sigilli al sesto invaso della discarica, per il quale nel luglio scorso la Regione Lazio aveva chiesto un ampliamento di ulteriori 75mila metri cubi. Il sequestro, secondo le motivazioni rese note dal gip, è stato disposto per “procedimenti amministrativi viziati da procedure irregolari in quanto concluse in assenza delle autorizzazioni paesaggistiche”.
Intanto, però, alle spalle dell’invaso proseguono i lavori per la costruzione dell’impianto di trattamento meccanico biologico, contro il quale non si ferma la battaglia dei movimenti ambientalisti del territorio. In una nota del Comitato Risanamento Ambientale si legge che “i comitati e le associazioni locali continueranno a battersi comunque finchè l’intera area interessata dalla discarica non sarà bonificata, visto che dai dati dell’Arpa Lazio si rileva un profondo inquinamento della falda sottostante”.
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