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RESTA CHIUSA LA SPIAGGIA PER CANI IN RIVA AL TEVERE, REVOCATA LA CONCESSIONE

villa bau panoramicadi Stefano Celestri (AG.RF 05.06.2014) ore 17:22

(riverflash) – Giovedì 22 maggio avevano annunciato la riapertura del Village Villa Bau, l’unica spiaggia per cani a Roma, che era situata sulla riva destra del Tevere, nel tratto compreso tra Ponte Flaminio e Ponte Milvio. Parliamo al passato perché la riapertura non c’è stata, chi gestiva la spiaggia ha avuto la revoca della concessione. Tante persone sono state private del luogo dove mettere in libertà i loro compagni di vita a 4 zampe. Difficile comprendere il perché di un provvedimento che toglie una concessione di diversi anni. Non è che nell’area adesso ci sia un giardino comunale per sfruttare la piscina nei giorni in cui la temperatura sale, perché la primavera è ai titoli finali. Crediamo, da frequentatori del Village Villa Bau, che il terreno non sia appetibile, perché ogni inverno si allaga e le acque del Tevere travolgono tutto. In primavera chi gestisce l’area si deve mettere la mano in tasca per risistemare tutto, dalle recinzioni alla pedana in discesa per entrare nella spiaggia. Migliaia di euro che non vengono ripianati dal biglietto d’entrata di 5 euro, con cui pagare il personale oltre a rientrare dalle spese quotidiane.tuffi villa bau

Una concessione per occupare spazi e aree pubbliche può essere revocata per sopravvenuti motivi di interesse pubblico o di tutela della sicurezza stradale. Oppure per cambio di destinazione d’uso. Allora sarebbe importante comprendere i motivi d’interesse pubblico così gravi da prendere provvedimenti immediati.

Qualcuno afferma: “Spiaggia per cani, ma gratis”. Una bella battuta populista, ma dove si trovano i soldi per gestire l’impianto? Nella zona nord di Roma i giardini sono tenuti abbastanza male e le aree cani sono tenute molto male non per negligenza, ma per mancanza di soldi. Tanto per fare un esempio nell’area cani compresa tra viale Tiziano, via Fra Giocondo e via Flaminia, le buste dove gettare i sacchetti con le deiezioni non vengono cambiate da circa 3 anni e, se non ci sono i soldi per le buste e per chi le cambia, dove si trovano i soldi per pagare personale e utenze nel caso che la gestione della spiaggia sia di Roma Capitale? L’area dove non cambiano le buste nere è del Municipio 2, mentre il Village Villa Bau è del Municipio 15, ma la provenienza dei soldi per la gestione è comunale.

cane in piscinaQualcuno obietta che i gestori dell’area cani hanno anche un chiosco dove prendere aperitivi, con musica a volte forte. Un modo per far quadrare i conti e continuare a offrire il Village agli animali senza alzare il prezzo del biglietto. Di fronte, però, c’è il dopolavoro dell’Aeronautica Militare, con strutture in muratura che hanno cambiato la riva del Tevere e dove nelle notti d’estate ci sono rumorosi fuochi pirotecnici per festeggiare con i botti. Il Dopolavoro nessuno lo tocca, ma i cani non hanno più la loro area. Questo il problema: restituire ai cani l’unica piscina per loro esistente a Roma. Un posto dove i quadrupedi socializzano, corrono e anche fanno socializzare gli umani. Inoltre sono tanti i cani abbandonati che a Villa Bau hanno trovato padrone e una casa, perché i canili portavano alle piscina i loro ospiti, sia per farli divertire, sia per offrire loro visibilità.

Chiudere senza proporre alternative ci appare di scarso buonsenso perché sotto ponte Flaminio non girano gli appalti del «Mose» e nemmeno quelli di «Expo 2015». Nessun motivo valido per chiudere.

Sopra il ponte c’è corso Francia, sovrastato da «La Villa», i cui clienti creano ingorghi, parcheggiano dove vogliono, chiudono strade che portano a una struttura sanitaria, la clinica Paideia. Qualcuno può avere bisogno di un intervento urgente, ma un’auto mal parcheggiata potrebbe impedire il passaggio dell’ambulanza. In occasione delle feste a «La Villa» corso Francia, la più grande via di scorrimento di Roma Nord, è paralizzato dal traffico. Chi la gestisce ha un giro importante di denaro, perché i clienti spendono e a volte infastidiscono i residenti.

La sera della mancata riapertura, percorrevamo la pista ciclabile per raggiungere la spiaggia dei cani e, dopo aver evitato due ubriachi che tiravano sulla spalletta del fiume le loro bottiglie vuote di birra, ci siamo imbattuti in persone, non italiane, che si dividevano dei soldi. Pochi soldi, non grandi cifre. Forse società di scommesse, forse elemosine, forse piccolo spaccio di hashisc. Superati anche loro, su una scaletta che scende verso il greto del Tevere, parzialmente riparato dal canneto che nessuno taglia, un uomo espletava una funzione fisiologica con i pantaloni calati fino alle ginocchia. In 5 minuti l’esempio di ciò che succede se le aree sono abbandonate, perché a Roma c’è tanta gente che non ha una casa e vive dove trova luoghi abbandonati.

Prima che nascesse il Village Villa Bau, su quella riva del fiume c’era una baraccopoli senza servizi igienici, abitata da centinaia di persone. Prima dell’arrivo degli extracomunitari, ai tempi della freak generation degli anni 70 e 80, quel canneto serviva ai tossicodipendenti per nascondersi e iniettarsi eroina. Temiamo che la cacciata dei cani apra la porta al degrado.

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