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RENZI RELEGA “NEL PASSATO” IGNAZIO MARINO E ANNUNCIA CHE A DECIDERE SUL NUOVO SINDACO SARANNO I ROMANI

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AG.RF.(MP).12.10.2015

 “riverflash” – Renzi ha già archiviato l’esperienza amministrativa di Ignazio Marino nella Capitale ed ha dichiarato che a scegliere il prossimo primo cittadino della Capitale, saranno proprio i romani: “Non so se tra Marino e il Pd si sia rotto qualcosa, ma sicuramente, si è rotto qualcosa, tra l’amministrazione e la città”. Sono state queste le parole pronunciate dal premier, commentando le dimissioni annunciate del sindaco di Roma che dovrebbero essere formalizzate nelle prossime ore. In vista del Giubileo dunque, si profila ora l’opportunità della nomina di un commissario, che a detta di molti potrebbe essere quello di Alfonso Sabella, attuale assessore alla Legalità del Comune di Roma un ottimo nome per Renzi, ma “a decidere sarà il prefetto e il Giubileo rappresenta ora, l’occasione da cogliere per fare cose utili per la città”. Anche il cardinale vicario, Agostino Vallini, si è espresso su questo punto, tramite una lettera, indirizzata alla città, “affinchè Roma sia stimolata a rinascere, con una nuova classe dirigente politica,  per essere scossa, in vista del grande appuntamento del Giubileo. La Chiesa ha delle responsabilità – ha aggiunto Vallini – per questo ho stilato la lettera, per condividere gli affanni della città, invitando tutti a ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma”. E ancora dal Vaticano fanno sapere che, nonostante il momento “delicato” per le dimissioni del sindaco, “I lavori del Giubileo non sono a rischio”. Nel frattempo ieri, alcuni sostenitori di Ignazio Marino, si sono radunati in piazza del Campidoglio, per convincerlo “a non mollare”, ma sembra che egli sia convinto, anche se dalla giornata odierna avrà 20 giorni di tempo a disposizione, a non ripensarci. Vedendo le persone in piazza, egli è sceso tra i suoi sostenitori,  ringraziandoli e commovendosi, ma anche ribadito la sua decisione, affermando: “voi siete il sale della democrazia e costituite un patrimonio che Roma non può e non deve perdere…”.

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